Guizza, la protesta dei residenti: «No alla strada di Albignasego»
Raccolte oltre 300 firme dei residenti. Il comitato “Ferri Papadopoli Salboro” organizza un’assemblea pubblica
c.mal.
Una strada sostanzialmente «inutile» per Padova, ma invece indispensabile per Albignasego. Con la beffa però, come denuncia il comitato “Ferri Papadopoli Salboro” che «scarica sul capoluogo la speculazione edilizia di Albignasego». Sono oltre 300 le firme raccolte dal comitato contro il nuovo asse viario – progettato dall’amministrazione di Albignasego – da via Marinai d’Italia dovrebbe arrivare alla rotatoria di via Guizza con la tangenziale est, attraversando la zona di via Bosco Papadopoli, una delle ultime aree agricole in città. Un’assemblea pubblica è in programma giovedì alle 21 nel patronato di Salboro.
IL NODO DEL TRAFFICO
Anche Salboro è interessata perché la nuova strada ha l’obiettivo di sgravare il traffico che ogni giorno da sud-est si riversa in città. Ma i comitati dei quartieri interessati sono contrari, anche perché un’alternativa ci sarebbe: è la complanare di Albignasego che si potrebbe realizzare innestandosi sulla bretella autostradale dell’autostrada A13, senza consumare altro suolo agricolo. «Quella progettata da Giacinti è una strada destinata a stravolgere uno degli ultimi lembi di zona a carattere agricolo, una strada che non sgraverebbe in alcun modo via Roma, in quanto l’innesto sotto la tangenziale di un nuovo affluente, stante la capacità massima dell’arteria ricevente il nuovo flusso, sarebbe destinato ad aggravare la situazione, senza contare il drastico peggioramento della qualità della vita dei residenti», spiega il comitato
INVESTIMENTO DA 4,5 MILIONI
L’investimento previsto per l’opera è di 4,5 milioni di euro, gran parte sostenuti dal Comune di Albignasego ma in parte anche da Palazzo Moroni. Già alcuni anni fa Sergio Giordani aveva dato l’ok alla strada, salvo poi ritirarlo dopo le proteste dei comitati. «Adesso i lavori di progettazione sono ripartiti – spiega il comitato – Invitiamo gli amministratori a confrontarsi con i cittadini prima di prendere decisioni».
«Alla crescente domanda di mobilità, conseguenza delle politiche di espansione edilizia, non ha corrisposto alcuna pianificazione di una viabilità che non fosse funzionale alle nuove lottizzazioni. È mancata completamente un pianificazione di una viabilità di area vasta – prosegue il comitato – Non solo, l’amministrazione di Albignasego ha contrastato la “gronda sud ferroviaria”, che avrebbe dato un supporto alla mobilità, permettendo di raggiungere la stazione centrale di Padova in 13 minuti». Ma i binari – e la mobilità green – a Albignasego pare non siano di moda. c.mal.
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