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Richiesta di archiviazione per gli agenti accusati di violenza da un diciassettenne

Il pm ha concluso le indagini senza accuse per i poliziotti. La famiglia non ci sta: «Vogliamo leggere le carte e opporci»

Claudio Malfitano
1 minuto di lettura
Una volante della polizia. Secondo il racconto del ragazzo invece l'auto, della Squadra Mobile, era senza insegne 

Richiesta di archiviazione per i due poliziotti accusati da un diciassettenne di violenza durante un controllo anti-droga. Il pubblico ministero del tribunale di Padova ha dunque deciso di chiudere senza alcuna accusa il caso raccontato dal giovane.

In una sera del dicembre scorso – era la versione del giovane – i poliziotti l’avrebbero scambiato per un pusher e picchiato. Lui si sarebbe spaventato e avrebbe reagito. E per questo è finito sotto inchiesta davanti al Tribunale dei minori di Mestre per resistenza a pubblico ufficiale.

La famiglia del giovane però non ci sta. E ha dato mandato al legale di presentare opposizione all’archiviazione: «È nostra intenzione non lasciare che questo caso finisca così nel nulla», spiega l’avvocata Cristina Bissacco.

La richiesta di archiviazione

La querela della famiglia del diciassettenne nei confronti degli agenti era stata presentata in Procura lo scorso 20 febbraio. In poco più di un mese dunque il pubblico ministero ha deciso di chiedere al giudice l’archiviazione.

«Andremo a vedere gli atti, chiederemo copia del fascicolo per capire che tipo di indagini sono state fatte e determineremo su cosa fondare la nostra opposizione», fa sapere l’avvocata Bissacco.

Il giudice ora può decidere se ritenere inammissibile l’opposizione e accogliere la richiesta di archiviazione oppure se accogliere l’opposizione e chiedere ulteriori indagini alla Procura. L’ordinanza di archiviazione, nell’evenutalità, è comunque ricorribile davanti ai magistrati della Corte di Cassazione.

La vicenda a Montà

Sono le 23 di notte e il 17enne è diretto verso casa dopo essere stato a una festa. Sta percorrendo in bicicletta via Einstein, a Montà, quando un’auto inchioda davanti a lui. Scendono due persone e, secondo il racconto del giovane, lo spingono a terra e gli mettono le mani nelle tasche.

Lui, dice, pensa si tratti di una rapina e cerca di scappare. I due però sono poliziotti della Squadra Mobile in borghese che probabilmente stavano cercando uno spacciatore.

La serata finisce con il 17enne riaccompagnato a casa con ferite in diverse parti del corpo, oltre a una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale.

I genitori del ragazzo presenta una contro-querela nei confronti degli agenti. Per la Questura, che ha assicurato massima trasparenza sulla vicenda, non è in dubbio la correttezza dell’operato degli agenti.

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