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Ecco il nuovo Museo Luxardo: duecento anni di storia, dal Maraschino al Sangue Morlacco

Inaugurato lo spazio museale nel complesso aziendale di Torreglia: 600 metri quadri che assicurano un’esperienza immersiva che parte da Zara e arriva nei Colli Euganei

Nicola Cesaro
Aggiornato 3 minuti di lettura

I prodotti della Luxardo e il gioco ottico con lo specchio alle spalle

 

Il dolce delle marasche e il salato delle lacrime. Non c’era modo più convincente, da parte della famiglia Luxardo, per presentare al grande pubblico l’ultimo capolavoro d’impresa, il museo dedicato ai 200 anni di storia di un’azienda e di un marchio noti in tutto il mondo.

Il profumo è quello della tinaia in cui è avvenuta, venerdì mattina, l’illustrazione del nuovo Museo Luxardo di Torreglia: in questo suggestivo spazio ventitré tini in legno di larice coccolano l’invecchiamento degli infusi di marasca, con inevitabili quanto piacevoli effluvi. Le lacrime sono quelle di Franco Luxardo, spese nel raccontare le pagine tristi dell’esodo da Zara (Franco è l’unico Luxardo in vita a essere nato a Zara) e poi della rinascita a Torreglia, nel 1947: lacrime che ancor oggi testimoniano il coraggio e l’intraprendenza di una famiglia che proprio da quel passato guarda sempre il futuro.

Il suggestivo angolo "Your Luxardo"

 

Il Museo Luxardo vuole proprio essere un percorso tra storia, tradizione e innovazione. Dalla nascita del fondatore Girolamo, nel 1784, passando per la prima distilleria di Zara e per la creazione del Maraschino, per prodotti che hanno fatto la storia come il Sangue Morlacco battezzato da Gabriele D’Annunzio, fino all’arrivo a Torreglia e alla ricerca di una sempre maggiore solidità nei mercati internazionali. Ricerca più che mai soddisfatta, visto che oggi i liquori e i prodotti Luxardo sono esportati in oltre 100 Paesi del mondo.

La facciata del Museo

 

Il Museo Luxardo è una struttura perfettamente integrata nel complesso industriale di Torreglia (l’accesso è da via Romana): fino a qualche tempo fa – sono serviti tre anni per realizzarlo – era il piano superiore di un magazzino, storicamente utilizzato come sottotetto. Di fatto, vien da dire, l’utilizzo è rimasto lo stesso: se qui i vari membri della famiglia Luxardo per anni hanno stipato cimelii e ricordi, oggi quella mole di ricordi e testimonianze del passato ha trovato un ordine e una fruibilità.

Il restyling totale di questo spazio (sono 600 metri quadri totali), e la realizzazione di un concept in linea con le tradizioni d’impresa e le nuove istanze tecnologiche, sono stati affidati all’architetto Giovanna Mar. «Questo non è solo un museo d’impresa, ma un percorso profondo che passa anche attraverso le drammatiche vicissitudini dei Luxardo». Un museo esperienziale, nel vero senso della parola. Lo è già l’ingresso, dove una rampa esterna ridefinisce la facciata dell’edificio e di conseguenza anche l’immagine stessa del quartier generale Luxardo. A rivestire la rampa, in maniera discontinua, lamelle metalliche in corten che quasi si torcono fino a far apparire il nome dell’azienda lungo la facciata: il nome “Luxardo”, a particolari condizioni di luce, con il sole che filtra tra lamella e lamella, viene proiettato sul pavimento della rampa.

Le bottiglie di design

 

All’ingresso suggestivo è l’albero genealogico della famiglia, con gli autografi di tutti i Luxardo passati e i mezzibusti di Giorgio e Niccolò III, così come efficacemente immersivo è il filmato a 360 gradi che sintetizza l’epopea della famiglia con un linguaggio non troppo convenzionale. Nel percorso non si incontrano angoli di 90 gradi, le pareti sono spesso impreviste, i percorsi non sono mai continui, a tratti si affrontano anche pendenze: l’esperienza è totale.

Nei cinque ambienti in cui è diviso il Museo si racconta la storia dei Luxardo, le varie tappe vissute in 200 anni, i prodotti, l’internazionalità degli stessi, le pubblicità, alcune delle quali firmate da grandi artisti del passato. C’è anche modo per ironizzare, come con la parete che raccoglie le migliori imitazioni dei distillati euganei.

Non mancano le curiosità e gli aneddoti preziosi. Su tutti il legame con Gabriele D’Annunzio, a cui è dedicato una teca, che diede personalmente il nome Sangue Morlacco al cherry-brandy Luxardo in occasione dell’impresa di Fiume. E ancora, a un certo punto si spiega il perché della paglia attorno alle bottiglie di Maraschino: nessun vezzo estetico, o meglio, non in origine. Era semplicemente un modo sicuro per trasportare le bottiglie vuote da Murano a Zara senza mandarle in frantumi. «Perché far la fatica di toglierla», si dissero i Luxardo: oggi quella paglia è un tratto distintivo della bottiglia di Maraschino.

Le storiche pubblicità Luxardo

 

E, nell’epoca di Instagram, alcuni angoli del Museo promettono di ritagliarsi un posto importante tra le “cartoline digitali” diffuse nei social: dal soffitto in bottiglie di vetro verde smeraldo all’esposizione dei prodotti Luxardo sistemati davanti a uno specchio in vetro, scelta capace di creare un gioco ottico moltiplicatore notevole. E infine la stanza “Your Luxardo”, dove quattrocento bottiglie sapientemente illuminate ripropongono un angolo bar degno del più cool degli sky bar metropolitani.

«C’è sempre del coraggio nei Luxardo», le parole del “senior” Franco, «e penso che se oggi Giorgio potesse vedere, lui che coraggiosamente portò l’azienda da Zara a Torreglia, oggi sarebbe orgoglioso di noi». —

Torreglia, il nuovo Museo Luxardo: ecco il viaggio tra Zara, Colli Euganei, Maraschino e D'Annunzio

La visita al Museo è gratuita, da mercoledì a sabato, ma è necessario prenotarsi accedendo al sito museoluxardo.it. Per gruppi superiori alle 12 persone occorre inviare una mail a museo@luxardo.it.

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