Asparago di Pernumia, la siccità ora fa paura: «Metà della produzione a rischio»
La denuncia di Cia Padova: «Deve piovere entro dieci giorni». Si teme anche per le gelate tardive
giada zandonà
È considerato una delle primizie più deliziose della primavera, protetto a Pernumia dal consorzio di tutela che punta all’Igp – l’indicazione geografica protetta – ma l’annata degli asparagi rischia una perdita del 50%. In questi giorni sono spuntate le puntine delle varietà precoci e degli asparagi verdi, ma la raccolta del prezioso ortaggio a causa della siccità rischia di registrare un’annata drammatica.
La provincia di Padova è il fiore all’occhiello del Veneto e la prima per superfici dedicate all’asparago, con 690 ettari totali concentrati nei sette Comuni che fanno parte del Consorzio per la tutela dell’asparago di Pernumia, cioè Monselice, Galzignano, Battaglia, Cartura, San Pietro Viminario e Due Carrare, ma anche nel Cittadellese: a causa del clima potrebbe perdere questo primato. «Quella in corso rischia di passare alla storia come un’annata agraria drammatica, peggio ancora del 2022», spiega il vicepresidente di Cia Padova, Luca Bisarello.
«A causa della perdurante siccità si rischia una minore produzione del 50%, numeri mai visti a memoria d’uomo nel Padovano. Se non dovesse piovere da qui ai prossimi dieci giorni la situazione diventerà complicatissima».
Non tutti gli appezzamenti agricoli dedicati alla coltivazione degli asparagi sono raggiunti da un sistema idrico, dato che sino a qualche anno fa la stagione della produzione si dimostrava piovosa e non necessitava di una irrigazione aggiunta: «Questi appezzamenti, dove non sarà possibile irrigare, rischiano perdite davvero ingenti», continua Cia.
«È adesso che gli asparagi hanno bisogno di acqua per un corretto ed equilibrato sviluppo vegetativo; a causa della mancanza della pioggia, invece, sembrano perfino essersi bloccati». I timori del meteo non si fermano alla mancanza di pioggia, ma si allargano al timore di gelate tardive: «Se tra fine marzo e inizio aprile si verificassero delle gelate, il disastro sarebbe completo», continua il presidente Trivellato.
«Oggi un kg di asparagi si trova sugli scaffali dei supermercati tra i 6 e gli 8 euro al kg, mentre per un kg di asparagi al singolo imprenditore agricolo viene riconosciuta una cifra che va dai 2,5 ai 4 euro. Vanno comunque tolte le spese, comprese quelle per l’irrigazione e sullo sfondo rimane il grande tema dell’equo reddito: agli agricoltori rimane solamente il 15% del prezzo finale del prodotto che si trova sugli scaffali dei supermercati».
L’appello che Cia Padova lancia alle istituzioni locali e nazionali è quello di sostenere il primario con delle misure concrete, che vadano oltre ai contributi a fondo perduto: «Chiediamo di essere messi nelle condizioni di lavorare in maniera dignitosa a favore della collettività, proseguendo la nostra campagna per promuovere tutti i prodotti “made in Italy”, in un indissolubile legame fra le aziende agricole e il territorio».
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