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Un pulmino per Alice: servono 60 mila euro e scatta la raccolta fondi

Dalla comunità di Veggiano è partito un progetto sociale per la ragazzina costretta a spostarsi su una sedia a rotelle

Cristina Salvato
1 minuto di lettura
I volontari presenti al lancio della raccolta fondi per Alice 

Dalla comunità di Veggiano è partito un progetto sociale, una raccolta fondi per acquistare un pulmino dotato di pedana per Alice Tevarotto, ragazzina di 12 anni costretta a spostarsi con una sedia a rotelle e che vive a Veggiano con mamma Romina Baccarin, papà Pierfortunato e la sorella Leda.

Una famiglia molto partecipe agli eventi comunitari in paese, dove Alice è molto conosciuta. «Alice ha 12 anni ed è nata con una paralisi cerebrale causata da “citomegalovirus” congenito – racconta mamma Romina – e da quando ha tre anni si sposta su una sedia a rotelle. Ma adesso che è cresciuta facciamo fatica a caricare in auto, ad ogni spostamento, la carrozzina, perché va completamente smontata. Alice frequenta la scuola e ci va con piacere, anzi ogni mattina si sveglia con il sorriso nonostante le sue difficoltà, e vuole fare tutto quello che fanno i suoi compagni: non si muove, ma capisce tutto benissimo e la scuola le piace molto. Pertanto con un pulmino dotato di pedana saremmo in grado di trasportare Alice ovunque, senza farla scendere dalla carrozzina».

Il mezzo individuato, dotato di sponda caricatrice, ha un costo di 60 mila euro. Una spesa impegnativa per la famiglia: ed ecco che l’intera comunità si è messa in moto promuovendo il progetto “A come Alice”, raccolta fondi sul sito del Centro Servizio Volontariato di Padova e Rovigo.

«Per aiutare Alice – illustra il sindaco Nicola Zordan – l’amministrazione comunale, in partenariato con il circolo Noi Sant’Andrea Apostolo e tutte le associazioni del territorio, ha organizzato questa raccolta fondi, che verrà sostenuta dalle donazioni tramite la piattaforma, ma anche attraverso degli eventi che saranno organizzati nei prossimi quattro mesi. Il nostro obiettivo, oltre a risolvere il problema della famiglia Tevarotto, è quello di fare inclusione attiva, perché chiunque deve avere gli stessi diritti di muoversi e conoscere il mondo».

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