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Immobiliare Marco Polo cambia nome: sarà Veneto Edifici Monumentali e avrà maggiori poteri

La società regionale gestisce, tra gli altri, i beni della Rocca di Monselice e Villa Contarini a Piazzola sul Brenta

Nicola Cesaro
2 minuti di lettura

Villa Contarini a Piazzola sul Brenta

 

Un cambio di statuto non banale per una delle società di riferimento della Regione Veneto. Un cambio di statuto che, di fatto, rafforza non poco l’autonomia e il campo d’azione di questa realtà. Nell’assemblea straordinaria dello scorso 2 marzo a Palazzo Grandi Stazioni di Venezia, la società Immobiliare Marco Polo srl ha deciso di cambiare la propria denominazione. D’ora in poi – il passaggio è definitivo visto che è arrivato anche l’ok della Regione – si chiamerà Veneto Edifici Monumentali.


La società in questione non è una tra le tante nel panorama veneto e padovano: la partecipata in via totalitaria dalla Regione, infatti, gestisce gioielli di primo rilievo come Villa Contarini a Piazzola sul Brenta, il complesso monumentale della Rocca di Monselice (e quindi il Castello, l’Antiquarium Longobardo, il Mastio federiciano ed il Museo delle Rarità Carlo Scarpa) e il Palazzo Torres-Rossini a Venezia. Amministratore unico è l’avvocato Aldo Rozzi Marin (compenso annuo lordo di 22.500 euro), direttore l’architetto Davide Miola. All’ultima ricognizione, l’organigramma indicava una dozzina di addetti alle dipendenze, che costano annualmente 500 mila euro.


Perché il cambio di denominazione? Quella vecchia – Immobiliare Marco Polo – non rendeva conoscibile lo stretto legame tra la società e il socio unico, la Regione. Non solo, poco chiara era anche la mission, ossia la tutela dell’interesse pubblico e nello specifico di beni artistici e storici così importanti. Veneto Edifici Monumentali risolve la doppia carenza: il riferimento alla Regione è chiaro, il dna della società pure.


Ma le novità sostanziali sono almeno altre due. Lo statuto ha subito un’altra variazione notevole: è stato infatti eliminato il limite dei due mandati consecutivi per i componenti dell’organo amministrativo. Perché? «Il limite non consente un’adeguata valorizzazione delle competenze acquisite da parte degli amministratori meritevoli durante gli esercizi trascorsi della società», si legge nel documento approvato dalla giunta regionale.

La modifica, dunque, «è volta a perseguire un miglioramento della governance», perché «il bagaglio di esperienze fatto in una specifica realtà può risultare determinante e non facilmente sostituibile con l’ingresso di nuovi soggetti alla guida del veicolo societario». Quindi «ove un amministratore gode della fiducia dell’assemblea non è ritenuto opportuno che tale rapporto debba necessariamente interrompersi dopo sei esercizi (due mandati), considerato che tale durata può risultare troppo esigua per poter giungere a un consolidamento dell’operato svolto e dei risultati perseguiti». Con un rischio, inevitabile: che governance e società, con mandati troppo lunghi, diventino un tutt’uno.


E poi l’altra grande novità, che allarga non poco il campo d’azione della società: se infatti nell’oggetto sociale era indicato chiaramente come l’Immobiliare Marco Polo (oggi appunto Veneto Edifici Monumentali) potesse gestire esclusivamente beni immobili di proprietà della Regione Veneto o di altri eventuali soci, una ulteriore modifica dello statuto dà ora la possibilità di gestire anche beni immobili di terzi, «a condizione che venga rispettato il limite minimo del fatturato effettuato nello svolgimento dei compiti a essa affidati dalla Regione Veneto». Come un’immobiliare, al di là del nome che cambia. 

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