Influenza, lunga coda anomala di contagi. «Scenario atipico, è calata l’immunità»
Sbrogiò (Prevenzione Usl 6 Euganea) «Altri virus respiratori continuano a circolare, il sincinziale è il più diffuso»
Elena Livieri
Il direttore del Dipartimento Prevenzione dell’Usl 6 Luca Sbrogiò
La primavera è ormai alle porte ma la minaccia dei virus respiratori tipici della stagione fredda, influenza su tutti, continuano a circolare. Proprio quello dell’influenza è un andamento del tutto atipico rispetto al passato: non solo il picco è arrivato con oltre un mese di anticipo, ma la discesa si è praticamente arrestata mantenendo i contagi nelle prime settimane dell’anno un andamento costante che tutt’ora non dà segni di cedimento.
Il virus influenzale, del resto è in buona compagnia, con diversi altri virus respiratori – il sincinziale è il più diffuso – che stentano a mollare la presa. Il Covid, invece, è ai minimi storici, sempre più vicino alla soglia di “bassissima circolazione”.
L’influenza
A marzo inoltrato continuano i contagi di influenza, un colpo di coda che disegna un andamento anomalo del virus: «Più che un colpo di coda potremmo parlare di una coda lunga dell’influenza» fa notare Luca Sbrogiò, direttore del Dipartimento Prevenzione dell’Usl 6 Euganea, «perché non abbiamo mai registrato il calo totale della curva dopo il picco. Dopo Natale è iniziata la discesa dei contagi, ma si è interrotta mantenendo la media dei contagi sempre a una certa consistenza. È un andamento del tutto anomalo che non si era mai visto prima» afferma Sbrogiò, «normalmente la curva saliva e poi scendeva al livello di partenza disegnando una sorta di campana. Quest’anno la discesa si è fermata».
Solo ipotesi, per ora, per spiegare questo scenario inedito: «È difficile dare una lettura univoca di questo andamento» conferma il medico, «ma l’ipotesi più accreditata lo attribuisce all’interferenza virale con il Covid e l’impatto che hanno avuto le misure di prevenzione dal contagio degli ultimi anni, come mascherine e distanziamento. Il nostro sistema immunitario non ha avuto contatti con gli altri virus ed è stato meno stimolato».
Difficile è anche fare previsioni sul futuro prossimo: «L’unica cosa che possiamo immaginare è che con l’arrivo del caldo ci sia una ritirata generale dei virus respiratori» rileva Sbrogiò, «ma di fronte a un andamento così atipico la prudenza è d’obbligo».
Gli altri virus
L’influenza non è l’unico virus respiratorio che circola e che ha caratterizzato la stagione di raffreddori, tosse, febbre e mal di gola: «A livello generale sui campioni di virus analizzati» sottolinea il direttore della Prevenzione, «poco meno del 25% sono virus influenzali, il Covid è al 7% e il 23% sono altri virus come adenovirus, bocavirus, metapneumovirus, virus parainfluenzali e virus sincinziale, il più diffuso fra questi».
Proprio il virus sincinziale ha colpito in maniera durissima i bambini piccoli: «Sotto i due anni i casi sono stati oltre il doppio di quelli di influenza» conferma Sbrogiò, «con conseguenze anche gravi sui bimbi di pochi mesi».
Covid
Nell’ultima settimana in provincia di Padova l’incidenza del Covid ogni 100 mila abitanti è stata di 86 nuovi casi: «La circolazione è sicuramente bassa anche al netto dei contagi che non vengono rilevati» osserva il medico, «i contagi da Covid sono inferiori in questa fase rispetto a quelli da influenza o altri virus respiratori. Il fatto che non si siano imposte altre varianti ha mantenuto l’efficacia dei vaccini. Comunque per arrivare alla bassissima circolazione del coronavirus dovremo arrivare a un’incidenza di 50 nuovi casi settimanali ogni 100 mila abitanti, soglia che potremo raggiungere spero a breve».
Articoli rimanenti
Accesso illimitato a tutti i contenuti del sito
1€ al mese per 3 mesi
Sei già abbonato? Accedi
Sblocca l’accesso illimitato a tutti i contenuti del sito
I commenti dei lettori