Este: l’ultimo saluto a Edoardo Zattin, morto a soli 18 anni
La lettera commovente del fratellino Giacomo: “Sei un ricordo indelebile nel mio cuore”. Oltre 500 persone al funerale, tanti amici, i compagni di squadra del basket
Giada Zandonà
Don Roberto all'omelia, sull'altare la foto di Edoardo ©2023 FOTO ZANGIROLAMI
«Edoardo, ricordati che tu sei un ricordo indelebile nel mio cuore»: queste le parole del fratellino Giacomo, affidate a una lettera, lette all’inizio della cerimonia funebre per Edoardo Zattin da don Roberto Cavazzana. La chiesa di San Girolamo del quartiere Meggiaro di Este non ha potuto contenere le oltre cinquecento persone arrivate nel pomeriggio per dare l’ultimo saluto al 18enne scomparso nel tardo pomeriggio del 24 febbraio, dopo due giorni di ricovero.
Ragazzi con lo sguardo triste seduti sull’erba accanto allo zaino di scuola, tanti amici riuniti in un abbraccio nel piazzale della chiesa ed anche nei marciapiedi dall’altro lato della strada, alcuni con al braccio la bandana bianca in suo ricordo, rappresentanti delle autorità, conoscenti e compagni di scuola e di sport stretti nell’ultimo saluto al giovane scomparso troppo presto.
All’interno della chiesa la sua squadra di basket in divisa rossa disposta ai lati della navata centrale ed uno striscione con scritto “Ti portiamo nel cuore”, fiori candidi e la foto di Edoardo posta in un piedistallo. Una foto che lo ritrae sorridente, un’immagine scelta dalla famiglia per ricordare il tratto distintivo del 18enne: il suo sorriso ed il bene che faceva agli altri con quel sorriso.
Le campane hanno smesso di suonare solo dopo qualche minuto dall’inizio della cerimonia, quando le parole di don Roberto hanno cercato di attenuare il dolore nel cuore dei famigliari e anche di quelli di tanti giovanissimi che per la priva volta si sono trovati ad affrontare un dolore così grande che li ha portati a partecipare ad una cerimonia che mai avrebbero voluto affrontare.
«La nostra presenza per voi genitori vuole essere il modo per dirvi che vi vogliamo bene. Non è la nostalgia a portarci qui, ma la gratitudine verso Edoardo» spiega don Roberto «La nostra presenza vuole anche esprimere tutte le parole che non riusciamo a pronunciare. Vogliamo bisbigliare per voi una preghiera, perché il nome di Edoardo è scritto nel libro della vita. Il Signore ci dice che il nostro cuore non deve essere turbato, ed invece lo è. Ci chiedi di avere fede in Te ma quello che noi viviamo insieme è il dolore di aver perso un figlio, un fratello, un nipote ed un amico» continua nell’omelia don Roberto «La domanda che ci facciamo in questi momenti è “perchè”, ma io non lo so. E mi chiedo perchè Gesù ha preparato un posto per Edoardo così presto. Una vita davanti, sogni, amici e famiglia, ma ora Dio ha davanti a se il sorriso di Edoardo e siamo gelosi di questo».
Il sacerdote ha sottolineato le qualità che hanno sempre contraddistinto il giovane: «La sua bontà e quel sorriso disarmante. La mamma ed il papà di Edoardo dicevano agli amici di rendere orgogliosi i genitori ed io aggiungo di essere orgogliosi di noi stessi quando riusciamo a fare il bene. Dobbiamo essere orgogliosi quando riusciamo a fare quello che ha fatto Edoardo nella sua vita, lui che difendeva sempre gli ultimi. Ed anche l’ultimo atto, quello di donare gli organi ha dato la vita a sette persone. Noi faremo del bene se seguiremo la strada che ci ha mostrato, se metteremo al primo posto gli altri come ha sempre fatto lui» conclude don Roberto.
Dopo la poesia letta dalla sorella, le note dell’ave Maria hanno accompagnato fuori dalla chiesa la bara bianca ricoperta di rose candide ed ortensie blu, posate accanto alla maglia bianca di Edoardo, la divisa con impresso in rosso il numero 3 della sua squadra di basket. Un momento di silenzio prima che le note di una canzone rock, uno dei brani preferiti del 18enne, accompagnassero la famiglia e gli amici nell’ultimo saluto ad Edoardo.
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