Un melo ricorderà ad Abano la Giusta Licia Metella Conegian
Al Giardino dei Giusti di Abano Terme una cerimonia per la donna che nel 1943 salvò gli ebrei Marcello Namer e Rinaldo Treves nascondendoli nella casa di Este
Federico Franchin
Un melo per ricordare i gesti eroici di una grande donna, che ha dato un contributo decisivo per salvare le vite di due ebrei durante la Seconda guerra mondiale.
La donna è Licia Metella Conegian, atestina mancata nel giugno dell’anno scorso all’età di 95 anni, alla quale l’amministrazione di Abano Terme ha voluto dedicare il 6 marzo la giornata dei Giusti, dedicata a coloro che con le loro gesta si sono battuti per la salvaguardia dei diritti umani durante i genocidi, rifiutando di piegarsi ai totalitarismi e alle discriminazioni.
Licia Metella è stata una di questi: ancora adolescente, nella sua casa di via Fiume 39, ad Este, è stata un esempio per tutti.
«Nostra mamma», raccontano i figli Felice, Elisabetta, Giovanni e Maria Annunciata detta Caterina, Gambarin, «con l’aiuto dei nonni Giulia Tinello e Arcangelo Conegian, da studentessa dello Scarcerle, ad appena 16 anni è riuscita dal 1943 al 1945 a salvare le vite di due ebrei, il trentaduenne veneziano Marcello Namer e il sessantenne barone padovano Rinaldo Treves. È riuscita per un anno e mezzo a nasconderli, evitando quindi che venissero giustiziati dai nazisti tedeschi».
La missione di Licia
Licia, spinta da una sorta di missione umanitaria, aveva seguito tutto nei minimi dettagli. «Aveva ritagliato, con l’aiuto dei nonni, nel magazzino di casa un cubicolo con della legna, un piccolo rifugio per i due ebrei», raccontano ancora i quattro figli (un quinto, Arcangelo è venuto a mancare).
«Questi due uomini hanno vissuto chiusi in casa per un anno e mezzo per sfuggire ai nazisti, uscendo poche volte travestiti da contadini. Sempre con il rischio di essere riconosciuti, fermati e spediti ai campi di concentramento. Hanno dovuto fronteggiare due ispezioni, una più blanda da parte dei fascisti, l’altra più complessa da parte dei tedeschi».
Continuano: «Quest’ultima ha visto gli ispettori arrivare anche nel magazzino, ma la nonna e la mamma riuscirono, appoggiandosi, a nascondere la fessura attraverso la quale sarebbero stati visti i due ospiti. Fortunatamente non furono scovati e, il 26 aprile del 1945, al termine del conflitto, poterono uscire».
Dopo le scuole, Licia si dedicò al lavoro, divenendo un’icona con la sua merceria di via Cavour, ad Este, in pieno centro storico.
«Nel 2006 la sua storia è stata raccontata nella rivista di storia locale “Terra d’Este”. Mamma era anche impegnata nel sociale, nel volontariato e faceva anche la catechista. Finalmente arriva qui ad Abano il primo riconoscimento per quanto fatto».
La cerimonia
All’inaugurazione del melo al Giardino dei Giusti di via Previtali, nel quale è stata posta una foto di Licia 17enne, c’erano i ragazzi delle scuole di Abano, il complesso strumentale della Vittorino da Feltre, oltre che il vicesindaco Francesco Pozza, l’assessore alla Cultura Michela Allocca e l’assessore agli Affari generali di Este, Andrea Quadarella. Tutti hanno evidenziato come la Metella sia stata esempio di senso civile e umanità per tutti. ––
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