Mercato dell’auto, a Padova giù le vendite: l’elettrico non decolla
In febbraio 1.708 immatricolazioni, -3,3% rispetto al 2022. Ghiraldo: «Vanno riviste le regole di accesso agli incentivi»
elvira scigliano
Immatricolazioni delle auto in rosso anche a febbraio. Dopo la parentesi positiva di gennaio, a febbraio l’indice delle auto vendute nel Padovano torna in negativo. A dispetto dei risultati incoraggianti nazionali e regionali. In Italia il mese scorso sono state immatricolate 130. 365 autovetture, a fronte delle 110. 915 dello stesso mese dell’anno precedente, con un rialzo del +17, 54%. In Veneto ne sono state immatricolate 8. 600 rispetto alle 8. 220 del 2022 (pari a un +4, 62%).
E a Padova? Nella nostra provincia si contano 1. 708 immatricolazioni, che restano al di sotto delle 1. 767 di un anno fa (-3, 34%).
La Fiat si conferma leader con 141 vetture, ben distante però dalle 223 del febbraio 2022, con un arretramento del 36, 77%. A seguire c’è Volkswagen con 133 immatricolazioni, 5 in più di un anno fa. Chi fa il “botto” è Dacia che da 71 auto del febbraio 2022 balza alle 119 del febbraio di quest’anno con un aumento del 67, 61%. Ford, per contro, pur attestandosi a quota 103, regredisce del 33, 12% visto che un anno fa aveva immatricolato 154 auto. Infine 99 immatricolazioni per Kia che, passando dalle 83 immatricolazioni di febbraio 2022, aumenta del 19, 28%.
«I dati non sono incoraggianti, nemmeno quelli nazionali e veneti» rivela il presidente dei concessionari auto di Confcommercio Ascom Padova, Massimo Ghiraldo, «sembrano positivi perché sono confrontati con quelli – drammatici – del 2022. Questo, vien da sé, significa che Padova sta facendo peggio dei bassissimi volumi dell’anno scorso».
Come cambiare la tendenza? «Proviamo a fare un ragionamento» continua Ghiraldo, «gli ecobonus destinati all’acquisto di veicoli tra 61 e 135 g/km di C02 sono terminati nel giro di quattro settimane. Al contrario, le risorse che dovrebbero consentire di spingere su elettrico e plug-in continuano ad avere tassi di utilizzo molto limitati. Per questo andrebbero riviste al più presto le regole di accesso agli incentivi dei veicoli non inquinanti sia in relazione ai beneficiari della misura che alle condizioni di acquisto».
E non è tutto. Resta il problema dello svecchiamento del parco auto circolante, che è vecchio ed inquinante, costituito per circa un quarto ancora da veicoli ante Euro 4. «Una seria riforma della fiscalità dell’auto aziendale potrebbe trasformare il problema in risorsa in chiave green» continua Ghiraldo, «rappresentando un vero e proprio sostegno alle immatricolazioni delle auto con alimentazioni a zero e bassissime emissioni.
La speranza è che con l’avvenuta conversione in legge del decreto Milleproroghe 2023, che ha rimodulato per il 2023 e 2024 le risorse disponibili per agevolare l’acquisto di colonnine di ricarica per veicoli elettrici in ambito domestico oltre che in ambito pubblico, si accresca la diffusione di veicoli elettrici e plug-in grazie alla facilità di collegamento alla ricarica elettrica, anche in termini di presenza sul territorio».
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