Infermiera di Fontaniva muore per un tumore a 57 anni: ha curato gli altri fino alla fine
Un tumore al pancreas, tanto aggressivo quanto fatale, l’ha strappata alla vita in poco più di un anno. Ha speso tutta la sua esistenza a curare gli altri, a portare parole di conforto nelle famiglie e oggi sono in tantissimi a piangerla
Paola Pilotto
Si è spenta a 57 anni Marilisa Beghetto, infermiera dell’Usl 6 e da 25 anni in servizio al Distretto di Carmignano di Brenta. Un tumore al pancreas, tanto aggressivo quanto fatale, l’ha strappata alla vita in poco più di un anno. Ha speso tutta la sua esistenza a curare gli altri, a portare parole di conforto nelle famiglie e oggi sono in tantissimi a piangerla, ringraziando per quanto ha fatto per le comunità dei comuni del Distretto.
Marilisa era infermiera domiciliare e seguiva anche le cure palliative, quelle che ha dovuto anche lei sperimentare nell’ultimo periodo senza perdere mai la dignità e il sorriso che ha regalato a centinaia di pazienti.
Tra questi anche il compianto sindaco di Carmignano Alessandro Bolis, morto a soli 43 anni dalla stessa malattia e con il quale ha condiviso lo stesso destino.
La sua professione sanitaria era prima di tutto una vocazione, nata a seguito di un terribile incidente stradale in motorino, quando era giovanissima. Aveva solo 16 anni e rimase in coma per 70 giorni, senza speranze. Riuscì a guarire grazie all’intercessione della Madonna di Monte Berico, a cui fu sempre devota.
Un miracolo che le fece capire quale fosse la sua vocazione: dedicare la vita agli altri come infermiera. E così è stato.
Andò anche a Canale 5 come ospite di Barbara D’Urso a raccontare la sua storia di donna miracolata e rinata.
«Ne andava fiera» ammettono in lacrime le colleghe del Distretto sanitario di Carmignano «e la sua era proprio una missione portata avanti con grande professionalità e umanità. Era una forza della natura e sapeva contagiare tutti con il suo entusiasmo.
Con i pazienti aveva sempre il sorriso e il modo fare cordiale che trasmetteva amore e serenità. Si faceva amare da chiunque. Mancherà a tutti. Era dedita al lavoro e alla famiglia. Il suo orgoglio più grande era quello di aver visto realizzate le figlie». Origininaria di Tombolo, si era spostata con Paolo Nerboldi e trasferita a Fontaniva. Dal loro matrimonio sono nate tre figlie, Giulia e le gemelle Marta e Irene, che l’hanno assistita fino all’ultimo assieme al papà.
Straziate dal dolore, ma grate della preziosa testimonianza di forza e coraggio ricevuta dalla mamma, sfogliano le foto mescolando ricordi: la laurea di Marta in scienze infermieristiche sulle orme della madre, il matrimonio di Irene a gennaio di quest’anno, e prima quello di Giulia, la foto sulla neve due mesi prima di scoprire la malattia, la vacanza al mare. Momenti felici che Marilisa aveva vissuto con grande intensità fino in fondo.
«Siamo fortunate ad averla avuta a nostro fianco» ammettono le figlie inondate da messaggi di vicinanza e gratitudine «ci ha trasmesso il sorriso, la forza d’animo ed il senso per il prossimo. Le veniva facile farsi amare da tutti e teneva i legami con i pazienti anche dopo la guarigione. Ringraziamo tutti per i tanti messaggi e il dottor Alessandro Mastinu, Vania e Valentina per le amorevoli cure».
Il funerale sarà celebrato lunedì 6 marzo alle 15 a Fontaniva.
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