Morto dopo la boxe a 17 anni, Edoardo ucciso da un trauma cranico: la procura di Padova indaga per omicidio colposo
Proseguono gli accertamenti del pm D’Arpa per capire che cosa è accaduto nella struttura sportiva. Il sospetto di un colpo
Cristina Genesin
Edoardo Zattin e a destra la palestra di Monselice frequentata dal ragazzo che seguiva costantemente gli allenamenti di boxe
È aperta un’inchiesta per omicidio colposo, al momento a carico di ignoti, in seguito alla morte del 18enne studente Edoardo Zattin, spirato il 24 febbraio nell’ospedale di Padova: il pubblico ministero padovano Maria D’Arpa vuole vederci chiaro sulla vicenda che ha i contorni del giallo.
Trovata la causa
A uccidere il ragazzo è stato un trauma cranico con emorragia subdurale, in pratica una frattura sopra l’orecchio sinistro che ha provocato la perdita di sangue. È il primo dato incontrovertibile.
Che cosa ha determinato quel trauma? E che cosa è successo nella palestra Iron Dojo Team, in via Umbria a Monselice, il 22 febbraio scorso, nella fascia oraria tra le 19 e le 20 quando Edoardo si è accasciato a terra?
I genitori, Enrico Zattin ed Manuela Borile, vogliono saperlo. Da quel giorno nessuno della palestra si è mai fatto vivo con loro: né una visita né una telefonata anche solo per condividere il dolore o per raccontare quello che sarebbe avvenuto davanti a tanti occhi. Anzi, le versioni raccolte, che risulterebbero un po’ confuse, hanno convinto il magistrato ad andare avanti con l’indagine perché i conti non tornerebbero. Almeno per il momento.
Il sospetto è che un colpo abbia provocato il trauma cranico mortale. Tuttavia solo l’autopsia eseguita dal professor Stefano D’Errico dell’università di Trieste potrà chiarire i tanti, troppi dubbi sull’accaduto.
I genitori di Edoardo (tramite i loro legali, l’avvocato Sara Baldon per il papà, e la collega Alessia Giolo per la mamma) hanno nominato due esperti che partecipano alla consulenza tecnica disposta dalla procura: si tratta del medico legale Luca Massaro e del professor Giovanni Cecchetto dell’Università di Padova.
Durante l’esame autoptico è stato accertato il trauma e prelevato l’encefalo che verrà sottoposto a esami di laboratorio. I tecnici si ritroveranno la prossima settimana per fare il punto. Entro 60 giorni il professor D’Errico dovrà consegnare al magistrato il rapporto finale.
Tutto in palestra
Altro punto fermo dell’inchiesta: il 22 febbraio, fra le 19 e le 20, Edoardo si trova nella palestra per il consueto allenamento. Come al solito ha raggiunto il centro sportivo in motorino e, fino a quel momento, sta benissimo. Gli accertamenti dei carabinieri avrebbero escluso che il decesso del giovane sia dovuto a un evento precedente al “malore” del 22 febbraio sia di natura patologica che accidentale. Insomma è in palestra dove sarebbe accaduto qualcosa che ha provocato il trauma cranico. E i militari stanno continuando a interrogare chi era presente.
La simulazione
Secondo una prima ricostruzione, il ragazzo sarebbe salito sul ring per la simulazione di un incontro con un compagno di squadra, uno “sparring boxe” nel quale due atleti si affrontano senza toccarsi (oppure facendolo in modo leggero).
Il tutto sarebbe durato circa tre minuti, poco dopo Edoardo si è soffiato il naso, perdeva sangue e ha avuto un malore. Da una persona presente nella palestra sarebbe partita la chiamata al Suem per sollecitare l’arrivo di un’ambulanza: appena arrivati, medico e operatori hanno tentato le manovre rianimatorie poi hanno deciso il trasferimento del 18enne nell’ospedale di Padova perché le condizioni apparivano gravi.
Appena giunto a destinazione, Edoardo è stato sottoposto a un intervento neurochirurgico. Inutile: due giorni dopo la morte. E la decisione della famiglia di espiantare gli organi (esclusi quelli nella testa, come gli occhi, per rendere possibile gli esami tecnici).
Il funerale del 18enne sarà celebrato probabilmente martedì prossimo, alle 15.30, nella chiesa di San Girolamo nel quartiere di Meggiaro. Ieri sera nella chiesa abbaziale di Carceri si è tenuta una veglia di preghiera molto partecipata, organizzata dagli amici di Edo. —
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