Domenico, la divisa della Polizia e l’amore per lo sport. Valerio martedì doveva essere operato al cuore
Ecco chi sono le vittime della tragedia sul Gorzone. Il padre di Zorzino in lacrime: “E’ stato fin troppo eroe”. I parenti di Buoso: “Da luglio non stava bene”
alice ferretti
Domenico Zorzino in un campo da calcio, una delle sue più grandi passioni che condivideva con il figlio
Domenico Zorzino, il poliziotto-eroe, e Valerio Buoso, il pensionato che con la sua auto era finito nel Gorzone ad Angiullara Veneta. Sono stati trovati morti dai vigili del fuoco: erano ancora abbracciati, Domenico era riuscito a estrarre Valerio dal veicolo ma entrambi non sono riusciti a riemergere. La comunità di Anguillara, dove entrambi vivevano, è sotto choc.

Valerio, poliziotto gentile
Venerdì pomeriggio, quando non ci ha pensato due volte e ha scelto di rischiare la sua vita per cercare di salvarne un’altra, era libero dal servizio. Stava passeggiando con le sue amate cagnoline, Kira e Nora, mamma e figlia di razza Border Collie, lungo l’argine del Gorzone. Domenico Zorzino, 49 anni, era un poliziotto nell’animo, anche quando non indossava la divisa. Per lui aiutare quella persona in difficoltà era il minimo che potesse fare. E non si è limitato a chiamare i soccorsi, si è lanciato lui stesso nelle acque gelide e tormentate del Gorzone.

Domenico Zorzino con la divisa della Polizia di Stato
«È stato fin troppo eroe», ha commentato sabato asciugandosi le lacrime dagli occhi il papà di Domenico, Giovanni Zorzino, molto conosciuto in paese perché prima di andare in pensione, ormai diversi anni fa, era stato dipendente del Comune, si occupava della manutenzione delle strade e del cimitero. Faceva anche parte del coro parrocchiale. Padre e figlio vivono in due porzioni di bifamiliare vicine, a Ca’ Matte.
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Da un lato papà Giovanni e la mamma Aurelia, molto conosciuta anche lei ad Anguillara e impegnata nel volontariato, dall’altro viveva Domenico con la moglie Sabina Capuzzo, titolare del negozio di parrucchieri “Salone Sabina” di Beverare, frazione di San Martino di Venezze (Rovigo) e il figlio che da poco ha compiuto 17 anni.
«Abbiamo vissuto sempre qua, tutti insieme, eravamo legatissimi», ha raccontato il papà Giovanni. «Venerdì l’ho visto uscire con i due cani, li portava spesso fuori, era molto affezionato. Dopo poco è arrivato mio nipote che aveva bisogno del papà e mi ha detto che Domenico non rispondeva al telefono. L’ho chiamato anch’io ed effettivamente squillava a vuoto».
Nonno e nipote hanno pensato di localizzare il telefono: «Risultava fermo da 20 minuti nello stesso punto, sull’argine. Siamo corsi entrambi sul posto. Abbiamo trovato i due cani, la giacca di Domenico e il telefono», ha sospirato l’anziano, prima di sfogarsi con le due cagnoline: «Perché non gli avete impedito di tuffarsi voi due?», ha detto disperato, accarezzando le due bestiole. «Purtroppo è andata così, ormai non c’è nulla da fare. Solo chi ha un figlio può capire cosa si prova».
Domenico Zorzino, cresciuto ad Anguillara, dal 1996 faceva parte del Reparto Prevenzione Crimine del Veneto della Questura di Padova. I colleghi che hanno lavorato con lui più da vicino lo ricordano come un lavoratore preciso e attento, una persona sempre molto disponibile.

Oltre al lavoro e alla famiglia, quando poteva Domenico si dedicava anche alle sue passioni. Amava andare in bicicletta e in moto. Inoltre era un amante del calcio. Non appena aveva un po’ di tempo seguiva il figlio 17enne negli allenamenti e nelle partite. Era stato anche dirigente e accompagnatore della società Junior Anguillara, con la quale continuava a collaborare anche attualmente.
Valerio, in attesa dell’intervento
«Era stato a casa mia, a Villa del Conte, un paio d’ore prima, ci vedevamo ogni due, tre giorni massimo. Ho sposato sua sorella ma è come se fossimo stati fratelli anche noi». Franco Garavello è il cognato di Valerio Buoso, conosciuto da tutti in paese come Stefano.

Valerio Buoso, conosciuto in paese con il nome di Stefano, durante la festa dei suoi 75 anni organizzata dai suoi figli e nipoti
Sabato mattina ha passato ore e ore lungo l’argine del Gorzone nella speranza che almeno il corpo del suo parente potesse essere ritrovato. «Valerio da luglio non stava bene, aveva dei problemi al cuore», ha spiegato il cognato. «Una volta lo hanno dovuto rianimare dopo un malore che aveva avuto mentre si trovava in casa, un’altra volta si era sentito male mentre guidava il trattore. Credo proprio si sia trattato di questo. Avrà avuto un mancamento ed è uscito di strada con l’auto finendo nel corso d’acqua. Quel poliziotto eroe ha cercato di salvarlo ma il fiume è insidioso, non perdona, e così è morto pure lui».
Anche la sorella di Valerio, Emanuela Buoso, che insieme al figlio vive in via Giara 18, nell’appartamento proprio sotto a quello dove stava il 75enne con la moglie Ada, è convinta che suo fratello venerdì pomeriggio si sia sentito male. «Credo che in ospedale abbiano sottovalutato la sua malattia, era da mesi che non stava bene. L’hanno fatto attendere troppo tempo», racconta provata la donna. «Oggi avrebbe dovuto fare il tampone per il Covid, domani sarebbe stato ricoverato e martedì operato al cuore».
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La sorella del 75enne nelle sue parole non manca di ricordare Domenico Zorzino e il suo gesto di estremo altruismo: «Per noi questo è un doppio lutto. Domenico abitava qua vicino, lo vedevamo spesso passare davanti a casa nostra con i suoi due cani. Penso al dolore di sua moglie, anch’io sono rimasta vedova giovane con un bambino che aveva solo 13 anni e so bene quello che si prova, e al figlio che ha perso il suo papà ad appena 17 anni».
Valerio Buoso aveva da poco compiuto 75 anni e aveva festeggiato con una grande festa in famiglia con i suoi figli e i nipoti. «Era stato così contento», ricorda commossa la sorella Emanuela. «Era circondato da tutte le persone a cui teneva di più. Sono piena di foto di quel giorno e lui sorrideva in tutte».
A parte i problemi cardiaci degli ultimi mesi, chi lo conosceva lo ricorda come un uomo molto in gamba, sempre cordiale e sorridente, una persona dai solidi valori. Era sposato con Ada, con cui stava insieme da quand’era giovane, ed era papà di tre figli, un maschio e due femmine, tutti ormai fuori casa. Lui continuava a vivere con la moglie al primo piano della casa di famiglia di via Giara. Dietro i campi di sua proprietà e subito dopo il Gorzone.
Valerio era anche cugino della sindaca di Anguillara Veneta, Alessandra Buoso, che sabato mattina era presente sull’argine del Gorzone durante tutte le fasi delle ricerche e anche quando purtroppo sono stati trovati i due corpi senza vita. Insieme a lei il figlio di Valerio con la moglie e la sorella insieme al cognato.
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