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Crisi climatica, blitz nelle scuole di Padova: ingressi chiusi con i lucchetti

Mezz’ora di ritardo nell’orario di ingresso nella maggior parte dei casi. In altri casi gli studenti hanno scioperato e si sono uniti al corteo partito dalla stazione

Cristiano Cadoni
Aggiornato alle 2 minuti di lettura

Una ventina di scuole di Padova stamattina avevano gli ingressi lucchettati. Blitz anonimo nella notte per protesta contro la crisi climatica. Mezz’ora di ritardo nell’orario di ingresso nella maggior parte dei casi.

In altri casi gli studenti hanno scioperato e si sono uniti al corteo che alle 9 di oggi, venerdì 3 marzo, è partito dalla stazione. Circa 600 i partecipanti alla manifestazione, ci sono i comitati contro l’inceneritore, contro l’ampliamento del magazzino di Alì, contro l’abbattimento degli alberi di via Friburgo.

Lo striscione che apre il corteo è contro la cementificazione.

Qui il comunicato dei manifestanti:

«Nell'area di via Fra Paolo Sarpi è attivo l'ennesimo tra i cantieri che costellano la città di Padova.

Nel giro di quattro anni abbiamo visto in quest'area l'espandersi a macchia d'olio della grande distribuzione organizzata: per primo fu l'Eurospin, catena già salita agli onori della cronaca per l'acquisto di frutta e verdura al massimo ribasso, comportamento che incentiva il lavoro nero e sfruttato¹; in seguito ci fu l'apertura di IperRossetto e per finire quest'anno l'ennesimo McDonald, azienda non di certo nota per la sostenibilità dei suoi prodotti.

Questa logica dello sfruttamento acritico del territorio va inquadrata in contesto generale che non brilla per risparmio del suolo: quello consumato e non più "vivo", al 2019 su tutto il territorio nazionale è il 7.3%; in Veneto addirittura l'11.9%. Vengono consumati circa 19 ettari/giorno: 38 campi da calcio. Non è una questione privata limitata a chi getta le fondamenta: ogni ettaro costa a tutti noi 100000 l'anno. Le grandi compagnie mettono in essere la modalità di appropriazione del terreno chiamato "land grabbing", l'accaparramento della terra per metterla a sfruttamento utilizzando l'asimmetria di potere tra grandi aziende e popolazioni locali. In tutti i campi: dall'acquisizione di terreni per l'agrifotovoltaico, allevamenti intensivi, parchi eolici, e gli espropri per la TAV e per le olimpiadi del 2026.

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Tornando a questa zona sita sotto l'ansa del cavalcavia Dalmazia: la società Agrifutura ha stipulato una convenzione con il comune di Padova per la costruzione di quattro edifici, due ad edilizia libera, uno convenzionata e l'ultimo a fini commerciali, in un'area che ha visto sorgere numerose strutture negli ultimi anni.

Sfogliando l' " AGGIORNAMENTO DELLE PREVISIONI DEL PROGETTO URBANISTICO DEFINITIVO DEL PRU", redatto dal Comune di Padova, troviamo riportato: "Agrifutura S.r.l. accetta di sostituire il pagamento degli oneri con la diretta realizzazione delle opere riferibili alla sistemazione e all'ampliamento del Parco delle Mura e alla rete viaria a raso (percorsi pedonali, pista ciclabile, strada Parco). le opere riguardanti il tratto esterno al PRU del Parco delle Mura e di cui si fa carico integrale Agrifutura ammontano ad € 361.200,00.

Considerato che il Comune di Padova deve ancora acquisire le aree comprese nell'ampliamento Ovest del Parco delle Mura e che alla data odierna non sono conosciuti i tempi per la regolarizzazione dell'acquisizione, l'Amministrazione comunale dichiara che se tale operazione non si compirà entro il termine di 3 anni dalla firma della Convenzione urbanistica che disciplina il Progetto Urbanistico Unitario di dettaglio PUU delle U.d.S. T4-T7-P1, Agrifutura S.r.l. provvederà alla monetizzazione di € 76.400 al Comune di Padova che provvederà autonomamente all'esecuzione delle opere".

 Due sono gli aspetti su cui porre l'attenzione; il primo è sicuramente la critica ad un modello immobiliare che prevede la costruzione di nuovi edifici residenziali di fronte ad un numero esorbitante di case vuote, spesso abbandonate all'incuria da parte di ATER o dei proprietari privati. L'ottica in cui è necessario cominciare ad entrare è doverosamente e inderogabilmente, sia per quanto riguarda il patrimonio pubblico che quello privato quella del riutilizzo e della ristrutturazione, disincentivando ulteriori cantieri.

Il "Mattino di Padova" del 20 febbraio 2023 riporta, nelle prime righe di un articolo, che le unità immobiliari che risultano inoccupate in modo permanente in Veneto sono 667925, delle quali 81410 nella provincia di Padova. Facendo sempre riferimento alle vicende che riguardano il territorio patavino si annota l'inchiesta fatta dal "Mattino" riguardo la situazione degli alloggi popolari in quartiere Palestro, ricordando che l'iniziativa era sorta in seguito al violento sgombero degli appartamenti occupati di via Melette 3».

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