Il suo vice si candida alle elezioni e il sindaco gli toglie le deleghe
Aspra polemica a due mesi dal voto a Codevigo. «Peccato non me l’abbia detto prima. Mi sarei inoltre aspettato che fosse lui a rimettere le deleghe»
Alessandro Cesarato
Separati: da sinistra il sindaco Francesco Vessio e il suo ex vice Ettore Lazzaro
La resa dei conti in municipio è inevitabilmente iniziata. Il sindaco Francesco Vessio nella mattinata di ieri ha ritirato tutte le deleghe al vicesindaco Ettore Lazzaro. Una decisione arrivata dopo che proprio Lazzaro, nel fine settimana, ha annunciato la propria candidatura come primo cittadino alle amministrative di maggio.
«Alla luce degli ultimi risvolti» scrive Vessio nel decreto di ritiro delle deleghe ad ambiente, turismo, patrimonio, agricoltura, attività produttive e sport «è evidente che sia reciprocamente venuto meno il rapporto fiduciario che è stato alla base del conferimento delle deleghe e degli incarichi attribuiti. La revoca è finalizzata a salvaguardare la prosecuzione del mandato amministrativo, nell’interesse di Codevigo, almeno fino alle imminenti elezioni».
Nel decreto il sindaco coglie l’occasione anche per ringraziare Lazzaro per l’impegno profuso nell’operato da assessore e che, pertanto, il venire meno del rapporto di collaborazione è da attribuirsi solo ed esclusivamente alla piega presa dagli ultimi eventi e che non è a carattere sanzionatorio.
Vessio ha già provveduto a nominare come suo vice l’assessore Olives Visentin.
«Mi sarei aspettato da parte di Lazzaro l’immediata rimessione delle deleghe», aggiunge Vessio. «La mia revoca è quindi un atto dovuto per tutelare un minimo la dignità del gruppo. Lazzaro ha mancato di rispetto non solo a me, ma anche a quella parte del gruppo di maggioranza ignara delle sue iniziative, che non era a conoscenza della sua decisione e che, come me, è stata colta di sorpresa.
Finché alla guida di questo gruppo ci sarò io staremo alle regole che ci siamo dati e che Lazzaro non ha rispettato con questa sua iniziativa personale e non condivisa. Un comportamento del genere è divisivo e mi ha molto disturbato».
Chiude Vessio: «Avrebbe potuto riferire le sue intenzioni nelle molteplici occasioni di ritrovo e riunione che si sono svolte. Chi vede in tutto ciò un modo di comportarsi leale, opportuno e corretto, lo seguirà. Chi come me non lo ritiene, prenderà le distanze».
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