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Morto dopo l’allenamento di boxe a Monselice. Gli istruttori ai Carabinieri: «Non ha preso nessun colpo»

Nella palestra c’erano una decina di persone, tutte ascoltate in caserma. Edoardo sarà ricordato nella sua scuola, con un momento di raccoglimento

«Edoardo non ha preso colpi durante l’allenamento, eravamo presenti e ce ne saremo accorti». Hanno riferito queste parole gli istruttori Lorenzo Bezzon e Simone Lazzarin ai carabinieri della stazione di Monselice che li hanno interrogati in merito ai fatti accaduti nella palestra di via Umbria a Monselice mercoledì sera.

I carabinieri li hanno sentiti su delega del pm Maria D’Arpa che ha aperto un fascicolo sulla morte del ragazzo, avvenuta venerdì all’ospedale di Padova dopo un disperato intervento chirurgico.

La mamma di Edo: "Rendete orgogliosi i vostri genitori, lui lo ha fatto con noi"

Da quanto è emerso dall’ospedale l’emorragia costata la vita a Edoardo Zattin è stata determinata da un trauma. Un colpo preso sopra l’orecchio sinistro. Ora si aspetta l’autopsia per capire meglio. Nella palestra c’erano una decina di persone compresi gli allenatori.

«Edoardo è salito sul tatami, un tappeto spesso e indossava come tutti gli altri il caschetto di protezione. Sono iniziati gli allenamenti di sparring, con colpi che non andavano a segno visto che uno dei due atleti doveva evitarli. Tutti si sono fermati per riposare e il ragazzo si è soffiato il naso. Perdeva sangue ed è svenuto» hanno aggiunto Bezzon e Lazzarin.

Che confermano anche che il ragazzo che era in coppia con Zattin, distrutto da quanto successo, ha assicurato di non averlo mai colpito, nemmeno per errore. Sono stati interrogati singolarmente anche gli altri ragazzi presenti.

Si sta cercando di ricostruire quanto avvenuto durante quel tragico allenamento di mercoledì sera. Edoardo arriva con la sua motocicletta, si cambia e inizia l’allenamento insieme ai suoi compagni. Quando perde i sensi la chiamata al 118 viene fatta per un malore, come hanno riferito gli istruttori e quindi non vengono avvisate le forze dell’ordine.

I carabinieri si mobilitano solo quando i medici, che operano il ragazzo nella Neurochirurgia di Padova, sospettando il trauma, avvisano il posto di polizia dell’ospedale. Venerdì scorso, dopo la sua morte, iniziano gli interrogatori dei presenti in palestra nella sera del malore e vengono sentiti anche i genitori di Edoardo, Enrico e Manuela.

Edoardo era un ragazzo generoso e molto bravo a scuola. Frequentava l’istituto Atestino dove la mattina del 27 febbraio, alle 10, si terrà un momento di raccoglimento nel chiostro dell’ex collegio Vescovile con tutti i suoi compagni, ancora increduli di non poterlo più rivedere.

Per il funerale, che si svolgerà nella chiesa di San Girolamo a Meggiaro, bisognerà aspettare il via libera della procura che potrebbe arrivare a metà settimana.

I genitori del ragazzo hanno chiesto di accertare la verità sulla morte del proprio figlio. Hanno anche autorizzato l’espianto degli organi, come ultimo gesto d’amore di Edoardo. Questa disgrazia ha sconvolto la città di Este, dove mamma e papà sono molto conosciuti. In queste ore i genitori stanno ricevendo numerose visite di parenti e amici e anche di coetanei del ragazzo prematuramente scomparso.

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