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Buche, furti e zone a rischio: la città di Padova raccontata dai riders

Le “mappa” fatta da alcuni ciclo-fattorini che attraversano tutti i quartieri. «La zona Stazione pericolosa per le risse, le strade del tram a rischio cadute»

Manuel Trevisan
2 minuti di lettura
Un gruppo di riders in piazza Garibaldi 

Li vediamo quotidianamente in giro per la città con la loro inconfondibile divisa di colore arancione, azzurra oppure gialla, che guidano la propria bicicletta per consegnare cibo a domicilio. Conoscono ogni strada e ogni anfratto di Padova, tanto che ormai il navigatore sul cellulare non lo usano più. Sono le centinaia di rider che ogni giorno percorrono chilometri e chilometri girando la città del Santo.

Una città che, vista dai loro occhi, assume una geografia diversa. Per riuscire a rispettare i tempi di consegna e allo stesso tempo salvaguardare la propria incolumità, infatti, i ciclofattorini hanno messo a punto una loro “mappa” di Padova, utile a conoscere quali sono le zone della città “off-limits”, quali le strade pericolose in cui prestare maggiore attenzione e come preservare il proprio strumento di lavoro – la bici – dai furti.

Girare per la città del Santo in bicicletta, soprattutto in determinati giorni e fasce orarie e con un clima metereologico sfavorevole non è così semplice come si possa pensare. C’è il centro storico che durante il weekend si riempie di gente e che costringe i riders a scegliere percorsi alternativi, talvolta più scomodi. C’è la difficoltà delle rotaie del tram, che più di una volta hanno causato la caduta dei lavoratori. Ci sono poi alcune zone pericolose sia per viabilità che per sicurezza, come la stazione. A disegnare la geografia della città vista dai riders sono i ciclofattorini Riccardo Mosca, Walid Abassi e Amir Ayub Khan.

I pericoli

Sono diversi i pericoli che mettono a rischio l’incolumità dei riders e che richiedono una pronta gestione. Ad esempio, per Amir Khan una delle difficoltà maggiori è rappresentata dalle rotaie del tram, che con la pioggia si bagnano e diventano scivolose. Sono stati diversi i riders che durante il proprio turno di lavoro sono caduti, per fortuna senza conseguenze gravi. Anche le numerose strade del centro città lastricate di sanpietrini richiedono una guida più attenta.

«Quando passiamo per queste strade rallentiamo» conferma il rider. Oltre a queste, nella lista nera dei ciclofattorini padovani ci sono le strade molto dissestate, come via Tiziano Aspetti. «Bisogna fare attenzione perché è facile che si buchino le ruote della bicicletta» precisa Walid Abassi.

«La zona della stazione è una zona in cui bisogna prestare massima attenzione» aggiunge Riccardo Mosca. «Lì andiamo a ritirare spesso da Mc Donalds e Kfc. Oltre alla viabilità che crea diverse difficoltà bisogna stare attenti alle numerose risse che si verificano, soprattutto al sabato sera».

Percorsi alternativi

Talvolta, però, i riders sono costretti a cercare percorsi alternativi non tanto a causa di strade dissestate, rotaie del tram scivolose o sanpietrini, ma perché si ritrovano di fronte centinaia di persone che impediscono loro il passaggio. È il caso di via Roma, che in particolar modo durante il weekend si affolla di padovani e turisti. «Molto spesso dobbiamo percorrere la strada parallela delle riviere» spiega Mosca. «Via Roma è più comoda perché si taglia e si fa prima, però a volte è proprio impossibile passare».

Un’altra direttrice “off limits”, questa volta, però, in quanto zona esclusivamente pedonale, è quella che da piazza Garibaldi – punto in cui si ritrovano i riders – porta a via Roma, ovvero via Cavour e via VII Febbraio. «Là si può circolare in bicicletta solo dalle 20» prosegue il rider. «Ma anche a quell’ora rimane una zona molto frequentata e per questo diventa lo stesso difficile passarci». Nonostante queste difficoltà secondo i tre riders Padova è una città a misura di ciclofattorino, soprattutto per l’elevata presenza di piste ciclabili e per la buona illuminazione, fattori che «aiutano molto chi fa questo lavoro».

Furti di bici

Oltre al traffico e alle strade pericolose, i riders devono fare i conti anche con i furti di biciclette. Infatti, sono diversi quelli che raccontano di non aver ritrovato la bicicletta dopo aver effettuato una consegna o a seguito di un momento di distrazione. «Noi non siamo tenuti a salire fino alla porta di casa per consegnare, anche se lo facciamo quasi sempre» spiega Mosca.

«Purtroppo può succedere che mentre il rider entra nel condominio la sua bicicletta sparisca». Anche per questo i riders chiedono che venga fatto loro dall’azienda un abbonamento per affittare le Mobike. «In questo modo non ci sarebbe il problema dei furti, né quello della manutenzione che ora è, ovviamente, a carico del lavoratore».

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