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Aggressione a Sant’Elena, la vittima: «Ho riconosciuto quei passi». Pellegrini indagato anche per stalking

La madre del sospettato: «Quella sera Stefano era con me». Si attende l’esito di diversi tamponi dai Ris di Parma

carlo bellotto
2 minuti di lettura

Stefano Pellegrini e la corrosione causata dall’acido sul luogo dell’aggressione

 

Ora Stefano Pellegrini, 58 anni, residente a Solesino, è indagato per stalking alla sua ex di 52 anni. Un’accusa che si aggiunge a quella di averle lanciato contro del liquido corrosivo per deturparla, la sera di giovedì 16 febbraio a Sant’Elena.

Le prove di questa persecuzione sono emerse controllando i messaggi che l’uomo mandava in modo ossessivo alla sua ex, proprio nei giorni precedenti all’aggressione da lei subìta; si presentava inoltre nei luoghi che lei frequentava e la infastidiva. Qualche giorno prima di quel drammatico giovedì lei lo aveva bloccato su Whatsapp per il suo comportamento persecutorio. La donna ha firmato la querela ai carabinieri della Compagnia di Este che ora stanno indagando assieme ai colleghi del Nucleo investigativo di Padova.

La vittima: «L’ho riconosciuto»

«Non ci vedo dall’occhio, non ho voglia di ricordare quei momenti», ha riferito la donna alla trasmissione La vita in diretta su Rai1. «Io ho riconosciuto chi mi ha aggredito ma non faccio nomi pubblicamente. L’ho riconosciuto nei passi, nei modi di fare, ho pochi dubbi».

Le dichiarazioni della donna aggredita rilasciate martedì alla trasmissione “La Vita in diretta” di Rai 1

 

Tra la donna e il suo aggressore c’è stata una colluttazione: quando lui è apparso da dietro una siepe l’ha bloccata e le ha versato il liquido corrosivo addosso (ancora non ci sono certezze sul tipo). Da quel che racconta proprio il suo ex, c’era la volontà di farglielo ingerire. L’uomo sostiene di averlo appreso.

La madre: «Era a casa con me»

L’accusa di essere l’autore di quel gesto, Pellegrini – che vive a Solesino con l’anziana madre – la respinge con forza. Anche sua madre lo difende, assicurando che lui non ha alcuna colpa.

«Quella sera non si è mosso da casa», riferisce. «È sempre qui con me e la sera guardiamo la televisione. Spesso gli dico di andare fuori a fare un giro, ma lui non mi lascia da sola. Sono a conoscenza che tra loro c’erano dei problemi ma io non porto rancore e per lui metto la mano sul fuoco. Non ha fatto nulla di quanto sospettano i carabinieri».

Le analisi del Ris

Una svolta a questa inchiesta potranno darla gli esiti delle analisi mandate ai Ris di Parma. I carabinieri del Reparto Investigazioni Scientifiche dovranno riferire in merito agli esiti dei rilievi su una felpa grigia dell’uomo con evidenti macchie di color rosa sulla spalla destra, causate da un liquido imprecisato, ma anche due tamponi eseguiti sui pedali dell’Audi A4 di Pellegrini.

E, ancora più interessante un tampone delle macchie presenti sul bordo della portiera anteriore lato conducente, e un altro tampone per delle macchie simili a quelle del giubbino della donna lasciate vicino al portone d’ingresso della sua abitazione, durante la fasi concitate dell’aggressione. Il giaccone infatti si è in parte sciolto dopo essere stato imbevuto dalla sostanza acida.

Nel tentativo di bloccarla è stato addirittura staccato il cappuccio del giaccone, rimasto a terra. La vittima ha riportato una abrasione oculare dalla quale guarirà in sessanta giorni.

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