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Curtarolo, fuga di monossido in casa: due famiglie intossicate

Dramma sfiorato in via Bembo a Santa Maria di Non. Le sette vittime ricoverate in ospedale a Padova. Sigillati i contatori, due abitazioni sono state dichiarate inagibili

Silvia Bergamin
2 minuti di lettura
I vigili del fuoco nella palazzina di via Bembo a Santa Maria di Non 

La caldaia funziona male, due famiglie intere rischiano di morire, sette persone finiscono all’ospedale intossicate da monossido di carbonio.

Tragedia sfiorata nella notte tra sabato 18 febbraio  e domenica 19  in via Bembo, nella frazione di Santa Maria di Non a Curtarolo.

Nessuno fortunatamente è in pericolo di vita, ma la paura è stata tanta. In queste ore i vigili del fuoco stanno facendo luce su quanto cosa possa essere successo, le indagini ruotano attorno ad un cattivo funzionamento di una caldaia.

Che cosa è accaduto?

Una famiglia di via Bembo, composta da quattro persone, era andata a letto serenamente: un papà di 56 anni, una mamma di 49 e i due figli, una ragazza di 23 anni ed il fratello di 13. Con ogni evidenza non avevano sentito odori particolari, una puzza preoccupante: nulla di nulla, tutto normale. Il problema è che nel corso della notte, attorno alle 3.30 – mentre genitori e figli dormivano tranquillamente – qualcosa ha iniziato a non funzionare bene nella caldaia.

E questo ha determinato una fuoriuscita di monossido di carbonio. Il veleno ha iniziato ad attraversare le stanze, a spandersi nelle camere. In maniera lenta e inesorabile, subdola e terribile, ha cominciato ad entrare nei polmoni. Il monossido non si è fermato però all’abitazione in cui si trovava la caldaia: ha infatti attraversato le stanze e i corridoi e dal civico numero 4 di via Bembo ha raggiunto anche il civico 3, all’interno della stessa palazzina. E qui è andato a colpire un uomo di 69 anni, la moglie di 61 ed il figlio di 31. Complessivamente, le esalazioni di monossido sono quindi andate ad intossicare sette inquilini.

Provvidenzialmente i malcapitati non sono rimasti a letto a subire le esalazioni e – non appena ci si è resi conto di quello che stava accadendo – è scattato l’allarme. La chiamata al 118 è partita e sul posto si è precipitato il personale sanitario del Suem con alcuni mezzi, che hanno trasferito le vittime dell’intossicamento in ospedale a Padova.

«Ci siamo svegliati. Abbiamo visto arrivare ambulanze, vigli del fuoco e carabinieri» raccontano i residenti «e ci siamo preoccupati: temevamo una tragedia, una fuga di gas, il rischio di qualche esplosione. Poi abbiamo capito che la situazione era sotto controllo, i vicini non versavano in gravi condizioni e ci siamo rasserenati».

I soccorsi tempestivi sono stati determinanti: tutti gli intossicati sono stati posti sotto osservazione e hanno ricevuto le cure necessarie. Fortunatamente non corrono pericolo di vita e presto potranno tornare alla normalità, ma hanno attraversato momenti di angoscia e paura. A svolgere i rilievi necessari – a Santa Maria di Non – si sono precipitati anche i carabinieri di Piazzola sul Brenta. I militari hanno svolto ogni approfondimento e si sono affidati ai vigili del fuoco di Padova, che per l’intera giornata di domenica con i colleghi di Cittadella sono stati sul posto per determinare le cause della diffusione del monossido.

I pompieri hanno dichiarato inagibili entrambe le abitazioni in cui si è rischiato il dramma. L’obiettivo è svolgere tutte le verifiche possibili sugli impianti di riscaldamento per determinare il guasto che ha portato alla fuoriuscita di monossido. Alla luce del quadro complessivo, i vigili del fuoco sono andati a predisporre anche la chiusura dei contatori del gas, procedura che hanno completato sempre nel pomeriggio di ieri. I lavori sono proseguiti fino a sera.

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