Morì dopo l’intervento al cuore, risarcimento da 650 mila euro
Secondo i familiari l’anziano fu ucciso da un’infezione contratta in ospedale. Il decesso risale al 2011, fu avviata una causa civile e ora è arrivata la decisione
Cristina Genesin
È il 15 giugno 2011: Ezio Caron, 83 anni di Padova, muore dopo 70 giorni di ricovero nell’Azienda ospedaliera cittadina a causa di un’infezione contratta nel reparto di cardiochirurgia “Gallucci”. Dodici anni e mezzo più tardi, in primo grado, il giudice civile padovano Maddalena Saturni ha riconosciuto ai familiari (la moglie, i due figli e un fratello) un risarcimento complessivo di circa 650 mila euro oltre alle spese.
Familiari assistiti dagli avvocati Lucia Grondona, Marco Donà e Ugo Carteri dell’omonimo studio legale.
La decisione
Dopo un tentativo di mediazione andato a vuoto, è nel febbraio 2020 che i familiari avviano la causa civile. Il 19 aprile 2021 il dottor Davide Roncali (il ctu o consulente tecnico nominato dal giudice civile), consegna la propria relazione finale individuando nelle «complicanze infettive post-intervento chirurgico di triplice by-pass aorto-coronarico» le cause del decesso. E rilevando che «il momento critico è stato individuato dal consulente» scrive ancora il giudice, «nel periodo di degenza presso il reparto di Cardiochirurgia tra il 9 aprile e il 15 aprile 2011». Secondo l’esperto, il paziente era stato colpito da un’insufficienza respiratoria acuta causata da polmonite post-operatoria diagnosticata con un certo ritardo e monitorata inadeguatamente. Come inadeguata sarebbe stata la terapia antibiotica sia precedente che successiva all’intervento rispetto alle linee-guida. «Il Ctu ha ritenuto l’esistenza di numerosi elementi di censura sotto il profilo infettivologico nel comportamento degli specialisti che ebbero in cura Caron alla luce delle regole di buona pratica clinica» conclude il giudice.
Controversia lunga
La decisione del magistrato ha posto fine a una controversia annosa e tormentata con il riconoscimento di un ristoro che si è basato sui nuovi criteri forniti dalle tabelle in vigore nel tribunale civile di Milano. Peraltro i parenti, tramite i propri legali, avevano respinto la proposta di una soluzione transattiva proposta anche dal giudice. «La legge attribuisce al giudice il potere di determinare il risarcimento in via equitativa quando ha natura non patrimoniale ed è di difficile quantificazione» spiegano i legali, «Per evitare che tale potere sfoci in arbitrio, la giurisprudenza ha stabilito che il giudice si attenga a standard elaborati negli uffici giudiziari di maggior riferimento. Standard organizzati in tabelle: le più note sono quelle applicate dal tribunale di Milano. Tabelle che sono state riformulate nel giugno 2022 conformemente ai principi stabiliti dalla Corte di Cassazione. Nel chiudere la vertenza tra gli eredi di Ezio Caron e l’Azienda ospedaliera, il giudice Saturni si è pronunciata in favore dell’utilizzo delle tabelle milanesi mentre quelle elaborate dal tribunale di Padova prevedevano liquidazioni di gran lunga inferiori». —
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