Il Pd padovano e le primarie: «Stefano convince i nostri iscritti. Ora un partito con le idee chiare»
Il vicesindaco Micalizzi con Bonaccini: «Noi primi con il 47%» Il deputato Zan: «Schlein ce la può fare al voto nei gazebo»
Claudio Malfitano
Andrea Micalizzi (Bonaccini), Alessandro Zan (Schlein) ed Enrico Beda (Cuperlo)
Tra gli iscritti padovani del Pd vince Stefano Bonaccini. Nello sprint finale dei congressi territoriali è riuscito a staccare la sua competitor Elly Schlein di un centinaio di voti.
60 congressi territoriali
Alla fine dei circa 60 congressi territoriali che si sono svolti dal 3 al 12 febbraio il presidente dell’Emilia-Romagna è risultato il più votato tra i militanti dem. In provincia di Padova ha infatti raccolto 656 voti pari al 47,64%, mentre la giovane deputata Elly Schlein si è fermata a 551 preferenze pari al 40,01%. Poi Gianni Cuperlo, esponente storico della sinistra del partito, ha raccolto 138 voti pari al 10,02% e infine 32 voti per l’ex ministra Paola De Micheli con il 2,32%.
In totale i votanti sono stati 1.377 in tutto il Padovano, con una buona affluenza al voto rispetto ai 1.941 iscritti alla chiusura del tesseramento del 31 gennaio scorso.
La sfida dei gazebo
Ora i due principali candidati si sfideranno ai gazebo delle primarie di domenica 26 febbraio, aperte a tutti i simpatizzanti. Con un risultato che è ovviamente aperto, anche perché i simpatizzanti di Cuperlo potrebbero convergere su Schlein per maggiore vicinanza di idee.
Il gruppo di Bonaccini ha costruito la vittoria soprattutto negli ultimi congressi territoriali, come quello del centro storico, il più importante in città, dove il risultato è stato un netto 60 a 28.
Mentre per quanto rigurda la città Schlein ha vinto nettamente i congressi dell’Arcella, di Savonarola e di Voltabarozzo.
In provincia il presidente emiliano ha primeggiato in circoli grandi come Camposampiero, Rubano, Limena, Battaglia, e ha vinto in territori difficili coma l’Alta (San Pietro in Gu e Curtarolo).
In bilico è stata l’assemblea di una sezione storica come quella di Cadoneghe: finita 24 a 19 per Schlein. La giovane deputata ha vinto nell’area delle Terme e dei Colli (trascinata dall’impegno di Vanessa Camani), a Vigonza e a Montagnana.
Un buon risultato anche per il gruppo di Cuperlo, che vince il circolo dell’Armistizio, grazie all’ex consigliere comunale Enrico Beda.
Il voto sezione per sezione
Ora idee chiare
«Siamo soddisfatti dei dati di Padova: Bonaccini è primo sia in città che in provincia. Questo perché le persone vogliono un Pd con le idee chiare, che si organizzi e torni a vincere».
Questo il commento del vicesindaco Andrea Micalizzi, tra i principali sostenitori della mozione che fa riferimento al presidente emiliano. «Stiamo costruendo un partito popolare che non si fa tirare la giacca ma che ha la forza di dare una linea politica propria per poi aprirsi ad alleanze con chi non vuole che questa destra continui a vincere in Italia, nelle regioni e nei Comuni – prosegue Micalizzi.
«Bonaccini ha ha dimostrato di saper battere la destra nella fase in cui era al suo apice. Ora dunque facciamo appello a una grande mobilitazione per le primarie del 26 febbraio».
Per nulla demoralizzati anche i sostenitori di Elly Schlein: «Con questi dati abbiamo la certezza che possiamo vincere le primarie ed eleggere la prima segretaria donna del Pd – spiega il deputato padovano Alessandro Zan – Nelle ultime settimane tra gli iscritti del Pd è montata un’onda di entusiasmo per Elly, che si tradurrà in una grande mobilitazione nel corso delle prossime due settimane per coinvolgere quante più persone possibile e portarle ai gazebo. Io penso che il cambiamento che vogliamo sia a portata di mano».
Determinanti per il risultato finale potrebbero essere proprio i voti di Gianni Cuperlo: «Siamo soddisfatti di questo risultato ma soprattutto del dibattito che si è generato nei circoli – spiega Enrico Beda.
«Il voto degli iscritti certifica un’ampia sensibilità di sinistra del Pd padovano; le discussioni durante le assemblee confermano la richiesta di un rinnovamento nella classe dirigente nazionale, ma anche la necessità di rimettere la lotta alle disuguaglianze al centro del nostro progetto politico». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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