In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Il dibattito. Politica divisa sul Piano Boeri. «Avremo una città più verde». «No, si bloccherà lo sviluppo»

Lungo confronto in Consiglio comunale con 228 emendamenti dell’opposizione. L’architetto ha inviato un messaggio: «Ci sarà maggiore vivibilità e attrattività»

CMALFITANO
2 minuti di lettura

Il cavalcaferrovia, via Avanzo, la zona Stazione e l'Arcella, tutte aree interessate dal piano dell'architetto Boeri 

 

Il nuovo Piano degli Interventi accende la politica padovana. Una lunga discussione in aula ieri sera in consiglio comunale, dopo ben 7 riunioni segrete della commissione urbanistica. Il confronto, fuori e dentro Palazzo Moroni, è stata duro.

Mentre in aula andava in scena il dibattito con i 228 emendamenti presentati da Fratelli d’Italia e Lega, fuori dal municipio gli esponenti di sei diverse sigle di comitati ambientalisti hanno manifestato il loro dissenso nei confronti del piano Boeri: «Non è questa la città che vogliamo».

L’assessore all’urbanistica Andrea Ragona è sceso e si è confrontato con loro, cercando di rispondere alle perplessità, non ottenendo però grandi risultati.

IL PIANO BOERI

RIGENERARE IL COSTRUITO

Ragona è poi tornato nell’aula consiliare per presentare la delibera di quello che è il vero e proprio nuovo piano regolatore della città: «Padova inverte la rotta rispetto al passato e traduce in atti concreti la necessità di tutelare il territorio – ha spiegato l’assessore.

Lo fa rigenerando il costruito e preservando il non costruito, arrestando il consumo di suolo e adattandosi ai cambiamenti climatici, progettando un’urbanistica che parli di inclusione sociale e sviluppo economico. Mette al centro la mobilità sostenibile e l’ambiente».

LE CRITICHE DI FDI E LEGA

A ribattere subito è stato il capogruppo di Fratelli d’Italia, Matteo Cavatton: «Da parte nostra non c’è nessuna opposizione pregiudiziale, ma oggi parliamo di un piano esclusivamente ideologico, dove però, solo per fare un esempio, non c’è nulla sull’edilizia residenziale pubblica.

Voi farete passare Padova dall’espansione alla desertificazione. Per quel che riguarda le aree dismesse, avete abbassato l’indice di edificabilià e questo significa che i piccoli proprietari non potranno rigenerare neanche i capannoni, visto che il credito edilizio non è sostenibile».

Anche la leghista Eleonora Mosco è andata all’attacco: «Ancora una volta ci troviamo di fronte a una gigantesca ipocrisia.

Dietro gli obiettivi dichiarati, e in teoria condivisibili, si nascondono le vere intenzioni di chi ha concepito questo provvedimento: la riduzione del numero di abitanti della città e il blocco totale dell’attività edilizia – ha sostenuto l’ex vicesindaca – La definitiva cancellazione di tutte le aree edificabili, oltre a comportare un grave danno economico ai proprietari dei terreni, completa il quadro generale che porterà alla totale paralisi edilizia della città».

MAGGIORANZA COMPATTA

A difendere con forza il Piano Boeri è stata la consigliera di Coalizione civica Chiara Gallani, ex assessora all’ambiente: «Si tratta del secondo piano degli interventi della città: non più, quindi, un susseguirsi di modifiche che fanno perdere la direzione, ma un’impronta chiara, ampia, dichiarata. La scelta di questa amministrazione è la preservazione del territorio, la fine del consumo di suolo che si traduce nella riduzione delle aree di espansione. La strada della rigenerazione con la possibilità e la proposta concreta di lavorare sull’esistente e l’aumento del verde».

E poi il capogruppo dei dem Gianni Berno: «Questo Piano mira a costruire la città dei 15 minuti, ovvero una città dove i servizi indispensabili dovranno essere in un raggio poco tempo a piedi, accessibili a tutti i cittadini. Portare i servizi vicini ai cittadini significa soprattutto mettere al centro le persone più deboli, da chi ha difficoltà a camminare a chi ha problemi economici e non può avere un’automobile.

La vera sfida è che è stato costruito dal basso. Non abbiamo quindi bisogno di nuove costruzioni, ma di valorizzare e riqualificare quanto già costruito, per rendere la città sempre più attrattiva».

IL MESSAGGIO DI BOERI

In aula poi è arrivato anche il messaggio di chi ha firmato questo piano, Stefano Boeri: «È stato il risultato di una serie di incontri con i cittadini, le consulte e gli stakeholder della città – dice l’architetto milanese – Siamo particolarmente soddisfatti degli esiti del processo di partecipazione, che ha dato vita al progetto di rigenerazione di Padova come città di rioni a partire da una serie di principi fondamentali per le città contemporanee: penso al contenimento del consumo di suolo, al potenziamento del trasporto pubblico e all’implementazione del sistema ambientale attraverso la forestazione urbana. Valori che renderanno Padova una città ancora più vivibile, attrattiva e competitiva a livello nazionale e internazionale». — © RIPRODUZIONE RISERVATA

2

Articoli rimanenti

Accesso illimitato a tutti i contenuti del sito

1€ al mese per 3 mesi

Attiva Ora

Sblocca l’accesso illimitato a tutti i contenuti del sito

I commenti dei lettori