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Morto a 24 anni in Psichiatria a Cittadella. Due medici assolti, uno per prescrizione

Secondo i periti del processo, a Nicola Sansonne di Grantorto era stato somministrato un mix di farmaci cardiotossici

Cristina Genesin
1 minuto di lettura

Nicola Sansonne, il 24enne morto all’ospedale di Cittadella

 

Nicola Sansonne, un 24enne che viveva a Grantorto con i genitori, era morto nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Cittadella il 17 gennaio 2015. Fibrillazione ventricolare e conseguente arresto cardiocircolatorio la diagnosi: il decesso era stato provocato da un’intossicazione acuta da farmaci neurolettici con effetti devastanti sul cuore.

Il giudice padovano Sara Catani ha assolto due medici dell’Unità operativa di Cittadella finiti sul banco degli imputati per omicidio colposo: il dottor Roberto Toniol, 64enne di Padova, dal 2003 responsabile del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell’ospedale cittadellese oggi in pensione, è stato assolto per intervenuta prescrizione (difensore l’avvocato Lorenzo Locatelli), e la collega Katia Zanella, 48enne di Vigonza, è stata assolta nel merito per non aver commesso il fatto (difensore l’avvocato Michele Camolese).

Per quanto riguarda il primo imputato, i consulenti della pubblica accusa (l’inchiesta era stata coordinata dal pm Benedetto Roberti) aveva rilevato che il giovane era morto a causa di un sovradosaggio di farmaci neurolettici, in particolare cinque molecole somministrate in contemporanea, mentre la buona prassi avrebbe suggerito l’uso al massimo di due farmaci insieme. In più il paziente non sarebbe stato monitorato costantemente nonostante si trattasse di farmaci cardiotossici.

Il giudice aveva anche nominato dei periti nel corso del processo (esperti super partes). Secondo questi ultimi il dottor Toniol, che aveva seguito il ragazzo in particolare dal 14 gennaio, sarebbe stato quantomeno imprudente nella somministrazione dei cinque principi attivi, tre dei quali in misura consistente.

Per quanto riguarda la collega, invece, era entrata di turno alle 8 del 17 gennaio e, fino ad allora, non aveva mai avuto in cura Sansonne ricoverato dal giorno da 12 giorni. Quella mattina la dottoressa aveva tolto un farmaco al ragazzo per abbassare la febbre e lui sembrava stare meglio. Nel pomeriggio era stata chiamata d’urgenza: Nicola era caduto dal letto e stava malissimo. Immediato l’intervento del rianimatore ma non era servito a nulla. Da parte sua non è stata riscontrata alcuna negligenza.

Nicola era figlio unico e nell’adolescenza si era manifestata una grave depressione. Il 5 gennaio 2015 aveva avuto una crisi, da qui la scelta del ricovero conclusosi tragicamente. Erano stati i genitori a presentare un esposto.

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