Chiuso venerdì scorso dalle forze dell’ordine, per irregolarità nella gestione degli accessi, un circolo privato aperto da qualche mese in un fabbricato che si affaccia sulla statale Adriatica, nella zona produttiva di Due Carrare. Tutto è partito la sera del 21 gennaio quando un giovane che partecipava ad una festa “techno” improvvisamente si è sentito male e ha dovuto ricorrere alle cure dei sanitari. Un malore dovuto molto probabilmente all’assunzione di sostanze stupefacenti.

Nel locale, a cui si accede da via Antonio De Curtis, quella sera si sono recati i carabinieri della stazione di Battaglia Terme e durante il controllo sugli avventori hanno accertato che all’evento erano presenti circa 150 persone, sprovviste della tessera associativa obbligatoria per poter accedere alle manifestazioni promosse dalle associazioni che gestiscono questo tipo di locali.

Il circolo da quella sera era tenuto sott’occhio non solo dai militari dell’Arma ma anche dagli agenti di Polizia municipale di Due Carrare. Giovedì sera i carabinieri di Battaglia Terme, supportati da una pattuglia della municipale, hanno effettuato un controllo mirato nei confronti dello stesso circolo e anche in questo caso hanno identificato alcuni avventori non tesserati.

Accertate le irregolarità, il Comune ha provveduto ad emettere due ordinanze di cessazione immediata dell’attività di somministrazione di bevande e dell’attività di pubblico spettacolo, oltre alla diffida a formale a organizzare spettacoli di vario genere all’interno del locale.

«Al nuovo comandante della stazione dei carabinieri di Battaglia Terme, Maurizio Giudice, e al coordinatore della nostra Polizia municipale, Alberto Ponzo, vanno le congratulazioni dell’amministrazione comunale e della comunità di Due Carrare per come hanno gestito il problema», afferma il sindaco Davide Moro. «Questo circolo privato era stato aperto non molto tempo fa, le forze dell’ordine dopo il controllo del 21 gennaio hanno continuato a monitorare il locale dove evidentemente, nelle serate più gettonate, non tutto funzionava nel rispetto di quanto prevede la legge».