Emergenza siccità: acqua dall’Adige per salvare Padova. Ecco il piano idrico da 136 milioni
L’ultimatum del Consorzio Bacchiglione: «Quest’anno va usato il canale Leb per assicurare il giusto apporto al Bacchiglione»
Manuel Trevisan
Una veduta dall'alto di Padova durante l'estate 2022
«Usare il canale Leb per salvare Padova. La portata idrica immessa dall’area del Veronese nel Bacchiglione è fondamentale per scongiurare situazioni di grave emergenza igienico-sanitaria nei canali interni della città. Non deve più succedere quello che è accaduto l’estate scorsa».
Il Consorzio di bonifica Bacchiglione traccia il punto della situazione idrica padovana a seguito dell’emergenza siccità che ha colpito la città in particolar modo durante l’estate 2022, la più calda e meno piovosa di sempre. Una situazione che rimane estremamente critica e che richiede interventi a breve e lungo termine, partendo da un dato di fatto: i cambiamenti climatici richiedono un ripensamento della gestione del territorio.
La siccità che perdura
«Siamo ancora in uno stato di siccità e le prime settimane del 2023 non sono incoraggianti – commenta Paolo Ferraresso, presidente del consorzio – La grave carenza idrica che abbiamo vissuto ha causato anche un’emergenza igienico-sanitaria senza precedenti, che ha avuto ricadute anche sulla salute pubblica. Basti pensare al virus della West Nile trasmessa dalle zanzare, che proliferano in ambienti dove l’acqua è stagnante. Questo scenario non deve ripetersi. Come consorzio abbiamo pronte delle proposte concrete e dei progetti in attesa di finanziamento che hanno come obiettivo quello di garantire la sicurezza idraulica e allo stesso tempo la possibilità di immagazzinare il più possibile l’acqua piovana come riserva idrica per poi poterne usufruire nei momenti di necessità».
Proposte che sono già state presentate dai vertici del consorzio Bacchiglione – il presidente Ferraresso, il direttore Francesco Veronese, il dirigente alla progettazione Nazzareno Paganizza, il dirigente alle manutenzioni e ambiente Luigi Gennario e il dirigente dell’area amministrativa Antonio Bovo – alla Regione e all’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali.
Alcune di queste riguardano delle linee d’azione da intraprendere nel breve periodo, altre sono interventi strutturali di lungo periodo: 12 infrastrutture in tutto per un totale di 136 milioni di euro circa.
Usare il canale Leb
La prima – e più immediata – azione da intraprendere suggerita dal consorzio è quella che riguarda la gestione del Leb, il canale artificiale che preleva acqua dal fiume Adige per immettere portate idriche in diversi corsi d’acqua, tra cui anche nel Bacchiglione, che alimenta a sua volta il nodo idraulico di Padova.
A causa della grave carenza idrica, e quindi della scarsità di acqua presente nell’Adige, però, nel 2022 è stata dimezzata la portata immessa dal Leb.
«Il Bacchiglione ha ricevuto una portata di acqua insufficiente. Per la provincia di Padova gli effetti sono stati pesantissimi dal punto di vista ambientale, igienico e sanitario – commenta Ferraresso – Per evitare che queste condizioni si ripetano deve essere garantita una “portata di salvaguardia ambientale” del Bacchiglione in ingresso a Padova al Bassanello. Per questo chiediamo che la portata assicurata dal Leb venga garantita anche in condizioni di scarsità idrica nel fiume Adige».
Progetti per 136 milioni
Sono 12 gli interventi strutturali in attesa di finanziamento che il consorzio Bacchiglione intende realizzare per far fronte alle nuove esigenze e criticità del territorio dovute agli effetti dei cambiamenti climatici. La parte della progettazione è già stata realizzata grazie a un investimento del consorzio di circa 500 mila euro. Perché diventino concreti sono necessari circa 136 milioni di euro.
Tra gli interventi c’è anche quello della realizzazione del canale equilibratore Montà-Brusegana, che richiede un investimento di circa 37 milioni di euro. Si tratta di un canale interrato che permetterebbe di intercettare le acque della zona di Brusegana e Chiesanuova e di mettere in sicurezza una zona fortemente urbanizzata che frequentemente si allaga, soprattutto con le “bombe d’acqua” estive.
Per la realizzazione di invasi multi-obiettivo nel bacino dei colli Euganei, invece, sono necessari 33 milioni di euro. Si tratta di bacini per trattenere l’acqua piovana che verrebbe rilasciata nei periodi siccitosi e potrebbe essere utilizzata anche come riserva idrica antincendio. In tutto i bacini di invaso previsti sono quattro. Del progetto beneficerebbero undici comuni: Abano, Saccolongo, Cervarese Santa Croce, Rovolon, Teolo, Torreglia, Montegrotto, Battaglia, Selvazzano Dentro, Veggiano e Padova.
Altri 7,7 milioni di euro servono per gli interventi previsti nel canale Battaglia nei comuni di Abano e Albignasego. Il progetto prevede la realizzazione di una conca di navigazione, per invasare l’acqua, e di una traversa fluviale, ovvero un ostacolo che consentirebbe l’innalzamento del livello dell’acqua per favorire la derivazione delle acque.
Infine tra i grandi interventi ci sono anche i 5 milioni da spendere per l’adeguamento della sezione dello scolo Fiumicello per l'ottimizzazione della gestione idrica nel territorio nei comuni di Piove, Polverara e Ponte San Nicolò.
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