Alì dona 215 pasti ai genitori dei piccoli malati ricoverati in Pediatria a Padova
Consegnato anche materiale didattico per far fronte a sei mesi di scuola in ospedale

La consegna dell'assegno che coprirà l'acquisto di 215 pasti
Duecentoquindici pasti per i genitori dei bambini ricoverati in Pediatria e materiale didattico per far fronte a sei mesi di scuola in ospedale. La consegna è avvenuta –simbolicamente – lunedì 30 gennaio nella Clinica Pediatrica dell’Azienda Ospedale Università di Padova, alla presenza di Liviana Da Dalt, direttrice del Dipartimento Salute Donna e Bambino e presidentessa della Fondazione Salus Pueri, di Giuseppe Dal Ben, direttore generale dell’Azienda, di Andrea Muto, direttore del secondo IC Ardigò che gestisce, con il suo corpo docente, la scuola in ospedale e di Silvano Canella, direttore commerciale Grocery dei supermercati Alì.
I 215 pasti sono frutto della conversione di 970 euro raccolti dall’Alì attraverso la lotteria interna di Natale: un gesto solidale che contribuisce a sostenere il progetto “Fai il Buono!” di Fondazione Salus Pueri, finalizzato ad assicurare ai genitori dei bambini ricoverati in Pediatria, un pasto caldo da consumare insieme al loro figlio. Oggi molte mamme in difficoltà economica non possono permettersi di acquistare un buono pasto, privando così entrambi di uno dei pochi momenti di intimità familiare concessi ai bambini ricoverati.
Negli ultimi mesi la Pediatria ha accolto molti bambini di origine ucraina, rendendo ancora più urgente la necessità di sostenere le famiglie.
«Sono lieta che Fondazione Salus Pueri e Alì uniscano ancora una volta le loro energie a favore della Pediatria. Non a caso il denaro raccolto con l’asta di beneficenza andrà devoluto a favore del progetto “Fai il Buono” che permetterà di aiutare alcune mamme in difficoltà, ricoverate insieme ai loro bambini nella nostra Pediatria, attraverso l’acquisto di buoni pasto che verranno loro donati. È una grande gioia vedere come queste piccole azioni portino un grande miglioramento del ricovero per alcune famiglie e quindi della qualità della vita dei nostri piccoli pazienti».
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