Morto lungo la Piovese, il monito al funerale di Diego: «Quando guidiamo abbiamo delle vite in mano»
A Vigorovea il funerale di Rampazzo che ha perso la vita a 46 anni. Decedute con lui altre due persone, il guidatore e una passeggera. Il parroco cita Guccini nell’omelia
martina maniero
Il funerale di Diego Rampazzo, morto a 46 anni
Una folla silenziosa, commossa e ancora incredula, sabato mattina 21 gennaio ha dato l’addio a Diego Rampazzo, il 46enne morto domenica notte in un tragico incidente stradale lungo la statale Piovese tra Legnaro e Piove di Sacco. Con lui hanno perso la vita anche Martina Pagnin, coetanea di Legnaro e mamma di due ragazzi, e il conducente della vettura, Eduard Ndoj, 45 anni, cittadino albanese residente a Pontelongo. I tre rientravano a casa dopo una serata trascorsa assieme.
Sul sagrato della chiesa San Giacomo Apostolo a Vigorovea, ad attendere il feretro c’erano gli amici di sempre ma anche tante persone dei centri vicini. In centinaia hanno voluto far sentire la loro vicinanza al figlio Nicolas, a papà Giovanni, a mamma Antonietta e al fratello Flavio. Loro i primi ad entrare in chiesa, preceduti dal feretro sul quale era stato appoggiato un cuscino di margherite arancioni e rose gialle. Tantissimi i fiori sull’altare e altrettante le persone a riempire le navate della piccola chiesa della frazione.
«Voglio sottolineare la presenza della madre di Gesù, che sa di avere forza, che sa dare coraggio. E allora il mio pensiero va ai familiari di Diego: vi esorto nel rivolgervi a Maria, la madre di Gesù, perché ci sostenga in questo momento di dolore. Anche lei ha subito la morte del figlio, ha vissuto il vostro dramma. Lei comprende il vostro cuore», ha detto don Daniele Vignotto durante l’omelia. «Ci ricordiamo, e lo ha ripetuto anche la mamma di Diego» ha ricordato il parroco «che sono almeno tre le famiglie che stanno soffrendo la perdita di Martina, Diego ed Eduard. I sentimenti di comunione e di vicinanza si elevino sul risentimento».
Quindi il sacerdote ha guardato negli occhi Nicolas: «Nella giovinezza della tua esistenza ora guarda al papà, al cielo, ricorda e porta al tuo cuore le cose belle che avete fatto insieme. Ricorda le sue carezze, la sua vitalità, la sua creatività. Nella mancanza e nella difficoltà invocalo perché ti possa sostenere».
Dopo qualche secondo di silenzio e di comprensibile commozione don Daniele, dal pulpito, si è rivolto ai suoi parrocchiani: «Come un padre di una comunità io non posso non richiamare in questa drammatica morte di tre persone la responsabilità. Troppe vite giovani vengono stroncate da incidenti stradali. Quando guidiamo abbiamo in mano non solo la nostra vita. Abbiamo in mano anche la vita dei passeggeri e di coloro che incrociamo per strada. E forse avremmo voluto essere lì in quel momento e imporre di correre più piano, avremmo voluto essere lì per evitare una così grande tragedia e poter dire “io scendo da quest’auto”. Ma non eravamo lì. Siamo qui. E più tardi riprenderemo i nostri mezzi, spero con un’altra consapevolezza. Perché queste vite spezzate non siamo morte invano».
Don Daniele ha concluso l’omelia citando i versi di Francesco Guccini in “Canzone per un’amica”. Il brano racconta, con parole semplici ma profonde, il dramma di chi perde qualcuno in un incidente stradale e gli attimi che precedono il drammatico epilogo. Al termine della funzione religiosa il feretro è stato inviato alla cremazione. L’urna riposerà al cimitero di Cambroso, frazione di Codevigo.
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