Tremila cinghiali abbattuti sui Colli nel 2022. «Più continuità e meno bracconieri»
L’appello degli agricoltori: «Gli esemplari sono oltre 10 mila. Siamo soddisfatti, ma serve intervenire sulla legge»
Gianni Biasetto
L’associazione di categoria degli agricoltori Cia Padova esprime soddisfazione per il risultato ottenuto nel 2022 dall’ente Parco Colli sul numero degli abbattimenti dei cinghiali nei territori dei 15 Comuni dell’area protetta.
I numeri del Parco
Stando a quanto comunicato dall’ente che ha sede a Este sarebbero 3 mila gli esemplari abbattuti nel corso dell’anno che si è da poco concluso, un migliaio in più degli anni precedenti.
A fronte di una stima di circa 10 mila capi presenti sui colli, cifra che secondo Cia è calcolata per difetto, l’associazione degli agricoltori chiede di procedere speditamente con un censimento anche perché gli imprenditori agricoli, stanchi di sopportare le devastazioni che gli animali creano alle colture, pretendono delle risposte immediate per tentare di condurre in sicurezza le loro attività.
Continuità e stroncare i bracconieri
«Ora bisogna dare continuità a queste operazioni da parte dei selecontrollori autorizzati», afferma Luca Trivellato, presidente Cia Padova. «Eventuali episodi di bracconaggio, invece, devono essere stroncati sul nascere dalle autorità competenti».
Il fenomeno della caccia di frodo degli ungulati sui Colli Euganei sembra allargarsi sempre di più col passare del tempo. Lo dimostrano i continui abbandoni di resti di macellazione denunciati da alcuni escursionisti, specie tra i boschi del monte Madonna a Teolo. Un fenomeno di cui sono stati messi a conoscenza i carabinieri forestali, che hanno avviato un’attività di indagine per scoprire i responsabili.
L’emergenza continua
«Ormai la presenza incontrollata di questi animali è diventata un’emergenza nazionale», aggiunge Trivellato. «Tuttavia non è da adesso, ma da diversi anni che Cia sottopone tale particolare questione nelle sedi opportune. I cinghiali con il loro passaggio, rischiano di mettere repentaglio un’intera annata agraria, con danni ingentissimi per gli agricoltori.
Oggi siamo giunti a un punto di non ritorno, non possiamo permetterci che la situazione ci sfugga di mano. La parola chiave, allora, è dare continuità alle catture con le modalità previste dalla normativa vigente (selecontrollori dalle altane e gabbie). Un lavoro, questo, che deve essere portato avanti dall’ente Parco dei Colli Euganei, dalla Regione Veneto e dalla Provincia di Padova».
Da protezione a gestione
Cia da tempo chiede di modificare la legge 157 del 1992 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”. «La finalità di fondo della normativa, che è vecchia di trent’anni, è indicata già nel titolo», precisa Trivellato. «Nell’attuale contesto storico occorre passare dal principio di protezione a quello di gestione. Gli ungulati sono diventati così numerosi, sopratutto nella zona del Parco, ma sono arrivati anche in pianura. Vanno gestiti e non protetti nell’ambito dell’equilibrio dell’ecosistema». ––
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