In provincia di Padova decine di Comuni senza segretario comunale: «Situazione difficile»
Deroghe scadute e assunzioni difficili: spesso manca la figura chiave che è posta alla guida della macchina amministrativa
Claudio Malfitano
Più della metà dei Comuni della provincia di Padova non ha un segretario comunale “esclusivo” ma lo condivide con altri municipi. Una situazione che si è ancor più aggravata dopo che il 31 dicembre sono scadute alcune proroghe concesse dell’Albo dei segretari comunali, l’ente gestito dal Ministero che si occupa dell’accesso alla carriera dove i sindaci possono “pescare” per una figura che rappresenta l’apice della macchina amministrativa di un Comune. Due i problemi principali che sono alla base della carenza degli ultimi anni: i segretari in Italia sono circa 3 mila di fronte a 8 mila Comuni esistenti e poi la carenza di fondi nei bilanci dei piccoli municipi per potersi permettere di pagare per interno una figura dirigenziale. È per questo che sono nate le convenzioni che mettono assieme più centri, fino ad arrivare casi limite di 7 Comuni con lo stesso segretario. Un esempio è Massimo Candia, contemporaneamente responsabile per Cervarese Santa Croce, Cavallino Tre Porti, Quinto di Treviso, Povegliano, Sant'Elena, San Giorgio in Bosco e Riese Pio X.
SITUAZIONE NATA NEGLI ANNI
«A Padova la situazione è difficile. Ma questa situazione non nasce adesso, è così da decenni – spiega Francesco Corsaro, responsabile regionale dell’Associazione dei segretari comunali e provinciali – Ora i sindaci ne hanno compreso la gravità, perché è una situazione che compromette l’efficienza della pubblica amministrazione e delle loro giunte». Negli anni inoltre la figura del segretario ha acquisito sempre maggiori competenze: non è solo colui che sovrintende allo svolgimento delle funzioni dei dirigenti dei vari uffici del Comune, ma deve essere anche presente – con funzioni consultive e di verbalizzazione – a tutte le sedute della giunta e del consiglio comunale. Non solo è anche il responsabile dell’anti-corruzione e verifica anche il controllo di regolarità amministrativa e contabile di ogni atto.
Molti Comuni si limitano ad avere il segretario appena per qualche ora, giusto il tempo di fare le giunte e i consigli: «Ma queste sedute sono solo la punta dell’iceberg del nostro lavoro – prosegue Corsaro – Gli atti bisogna prepararli, istruirli, farli nel migliore dei modi».
FONDI E NUOVE ASSUNZIONI
Cosa servirebbe dunque per risolvere questa situazione? «Bisogna fare dei concorsi il più velocemente possibile e assumere nuovi segretari, formando delle persone specializzate – chiarisce il referente regionale dell’associazione – E poi cambiare l’impostazione di legge e togliere il segretario dal tetto della spesa del personale, perché altrimenti molti Comuni non hanno la disponibilità finanziaria per pagare un segretario. E poi ovviamente servono contributi ai centri più piccoli, fondi dal governo».
L’accesso alla carriera, per di più, è piuttosto impervio: c’è una sorta di “corso-concorso” che prevede oltre alla formazione specifica anche dei periodi di affiancamento come dei “praticantati”. In totale si parla di 5-6 anni di impegno, che non tutti possono affrontare, soprattutto non potendo far conto su un reddito certo. In più le norme prevedono che i neo-segretari non possano operare in Comuni con più di 5 mila abitanti. Tutti tasselli di un puzzle difficile da risolvere.
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