È morta l’altra notte a Padova, dopo una lunga malattia affrontata con coraggio sconfinato, Irene Jannello, sessantenne docente di inglese che ha insegnato in molte scuole padovane, a partire dal Sacro Cuore (dove aveva studiato), quindi a Villafranca Padovana, alla Galilei, alla Todesco per tornare a Villafranca.

Era nata il 2 settembre 1962 a Torino, da mamma anglo-scozzese e papà italo-greco: con la sorella Betta da bambine passavano le estati in Inghilterra e hanno vissuto una vita avventurosa e movimentata, viaggiando in tutto il mondo e frequentando personaggi importanti. Ha fatto danza classica per tanti anni, e si è laureata brillantemente in lingue e letterature straniere e moderne a Padova, dove si è sposata ed ha abitato in via Tirana e nel rione di Porta Trento.

Insegnante rigorosa e appassionata, mai compiacente con gli allievi né coi colleghi (che venerdì peraltro l’hanno ricordata con molti messaggi affettuosi), coltivava una grande passione per la lettura, l’arte, la cultura e soprattutto per la musica. Ha cantato a lungo nel Coro Bell’Humore e ha contribuito alla nascita del nuovo gruppo Corre Voce, alla cui attività ha partecipato fino all’aggravarsi della malattia, e faceva parte anche del Coro Grande dell’Asac.

Al netto delle metafore belliche largamente utilizzate anche per le recenti morti di personaggi pubblici (“guerriero”, “combattente”...), Irene ha davvero vissuto gli ultimi sei anni, da quando le è stato diagnosticato un tumore, con una forza straordinaria, ricorrendo spesso all’ironia per esorcizzare il dolore e la paura e strappando alla vita ogni briciolo di felicità che le era concesso dal male e dalle cure.

Lascia due figlie – Marta, avvocato, e Sofia, pianista – l’ex marito Michele Andreoli, la sorella Betta, il nipote Nicholas, la tata Antonietta Nicko Agostini, diventata mamma, sorella, amica e confidente, e una lunghissima schiera di amici. I funerali si tengono sabato 14 alle 10 nella sala del commiato dell’agenzia Santinello, in via Turazza 23.