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I quattro pranzi della comunità di Sant’Egidio di Padova pensando a chi ha bisogno

Quest’anno, tra gli ospiti c’erano anche i profughi ucraini

Aggiornato alle 1 minuto di lettura

Un pranzo caldo, il dolce e un dono personalizzato. Mezzo migliaio di persone, gli ultimi, i meno fortunati. Anche quest’anno si sono ritrovati a pranzo, con la Comunità di Sant’Egidio, per il tradizionale pranzo di Natale. 

«La pandemia ci ha suggerito di non concentrare tutto in un solo posto», spiega Mirko Sossai. «Così abbiamo pensato di organizzarlo in quattro luoghi diversi»

C’è stato, come sempre, il pranzo all’Immacolata, dove i senza dimora e i bisognosi hanno trovato posto al centro della chiesa, con un valore simbolico facile da intuire. Ma si è deciso di replicare anche l’esperienza del pranzo nello Studio teologico del Santo, organizzato insieme ai frati della basilica. E poi altri due pranzi all’Arcella e a Mortise. Per un totale di circa 500 ospiti.

Ospiti speciali di quest’anno sono stati i profughi ucraini. Invitati, hanno preso parte ai pranzi di Natale. «Sono tanti e per loro non saranno giorni facili», dice Sossai. La Comunità li coccolerà, mentre - sempre in questi giorni - prepara l’ennesimo carico di aiuti da spedire nel Paese in guerra. Chi vuole, può contribuire con un aiuto economico all’Iban IT 67 D 07601 03200 00000 0807040 con causale “Aiuti all’Ucraina”.

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