Este, trasferisce i fondi della scuola nel suo conto: direttrice amministrativa condannata a quattro anni
La donna, 65 anni, aveva dirottato nei propri conti 84 mila euro dell’Istituto comprensivo. Si è intascata anche i fondi per mascherine e gel anti Covid
Nicola Cesaro
Le indagini della guardia di finanza nella sede scolastica hanno fatto scoprire il trucco usato
Al posto dell’iban dell’azienda metteva quello del suo conto corrente postale. E così ha fatto per 76 volte, dirottando nelle proprie tasche la bellezza di 84 mila euro.
La direttrice e il trucco
Annamaria Farnesi Camellone, ex direttrice dei servizi amministrativi dell’Istituto comprensivo di Villa Estense, è stata condannata a 4 anni per il reato di peculato. La sentenza è arrivata in tribunale a Rovigo al termine del rito abbreviato.
La lavoratrice, 65 anni di Arquà Petrarca, per questa vicenda era stata licenziata dall’azienda scolastica presso cui prestava servizio.
L’indagine che ha visto protagonista la Farnesi Camellone era stata condotta dai finanzieri del comando provinciale di Padova e coordinata dalla Procura di Rovigo. La 65enne era accusata di essersi appropriata di 84 mila euro a furia di bonifici indirizzati al proprio conto corrente dall’ottobre 2018 all’aprile 2021.
Gli ammanchi e la denuncia
A denunciare la lavoratrice, e a far partire le indagini, era stata la stessa dirigenza dell’Istituto comprensivo di Villa Estense: ai militari delle Fiamme gialle atestine, allora diretti dal capitano Andrea Zuppetti, erano stati segnalati alcuni ammanchi di cassa.
La situazione era venuta a galla in particolare nel settembre 2020, quando si era insediato un nuovo direttore dei servizi generali amministrativi. Non quadravano, in particolare, le rimostranze dei fornitori che lamentavano di non esser mai stati pagati a fronte delle distinte firmate e approvate.
L’indagine della Finanza
L’indagine della Finanza ha quindi stretto il cerchio attorno alla donna di Arquà Petrarca che, fino alle fine del 2020, era assistente amministrativa con funzioni di tesoriere e con delega ad operare sui conti dell’Istituto.
Proprio questa posizione le permetteva di mettere in atto il meccanismo truffaldino, che prevedeva nel manomettere gli ordini di pagamento dei fornitori.
Di fatto, la Farnesi Camellone compilava dei mandati cartacei di spesa – con nominativi e causali dei reali destinatari – ma poi all’atto di caricare gli ordini di pagamento inseriva il proprio iban attraverso la manipolazione dei sistemi informatici dell’Istituto.
Ha continuato anche dopo
Fino a che qualcun altro ha preso il suo posto, la donna ha contraffatto a suo favore 62 ordini di pagamento. L’arrivo di un nuovo direttore, e dunque la possibilità di essere scoperta, non ha tuttavia messo a fine a quello che ormai era diventata una consuetudine: da settembre 2020 all’aprile successivo, altri 14 pagamenti sono finiti nelle tasche della tesoriera.
Compresi quelli per le forniture di gel e mascherine, in barba a ogni senso di colpa da emergenza Covid.
I ritardi e il licenziamento
Nei confronti dei fornitori che lamentavano i ritardi, come già sottolineato, l’indagata si rifaceva alle lungaggini nei pagamenti delle pubbliche amministrazioni. In realtà l’Istituto, in quel periodo, era stato virtuoso: era ligio nei pagamenti e aveva le disponibilità necessarie a saldare subito i conti.
A seguito dell’intervento dei finanzieri, l’Ufficio Scolastico Regionale ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti dell’indagata, che è stata così licenziata senza preavviso. Ora è arrivata la condanna a 4 anni per peculato. —
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