Monselice. Investito da un’auto mentre torna in bici dal lavoro, trentenne muore dopo sei giorni di agonia
Il lavoratore di Agrologic è stato centrato da un’auto a Monselice lo scorso 5 dicembre. Si mobilita la Filt Cgil Padova: martedì un sit-in per gli “invisibili”
Giada Zandonà
Il polo industriale Agrologic di Monselice, dove lavorava Tsharet Secu
Tsharet Secu è morto a soli 30 anni dopo essere stato investito da un’auto mentre tornava dal lavoro. Per sei giorni ha lottato tra la vita e la morte ma nella notte del 13 dicembre i medici dell’ospedale di Padova hanno dovuto dichiararne il decesso. Della sua morte non si è accorto quasi nessuno: Tsharet Secu era un lavoratore “invisibile”, non aveva parenti in Italia e i pochi conoscenti erano i colleghi di lavoro.
Una vita da “invisibile” “nascosta”, votata a un obiettivo: avere un lavoro per poter mandare dei soldi a casa, in Gambia, per aiutare la famiglia. Tsharet sosteneva la moglie e i suoi quattro bambini.
Quel che si sa si lui lo si conosce attraverso l’impegno della Filt Cgil Padova che si è fatta carico di quanto accaduto al lavoratore: «Di Tsharet Secu non sa nulla nessuno, rientra nella lunga lista dei lavoratori “invisibili”, ed anche la sua morte rischiava di passare inosservata e di aggiungersi alle molte morti di immigrati di cui nessuno parla», spiega Andrea Rizzo, segretario provinciale della Filt Cgil.
L’incidente
Il 6 dicembre, poco prima delle 6, finito il turno di lavoro, il 30enne era salito in sella alla sua bicicletta elettrica nera e con il fanale acceso era partito dalla sede di Agrologic di Monselice, dove lavorava come operaio, per raggiungere il suo appartamento a Battaglia Terme.
Senza nessuna pista ciclabile da imboccare, dalla strada Rovigana, sede dell’azienda, si è diretto sulla statale 16 Adriatica, che in quel momento era avvolta da una fitta nebbia. All’altezza del ponte di Rivella un automobilista lo ha colpito e l’impatto ha fatto volare il giovane nel fossato a bordo strada. Le sue condizioni erano gravissime: è deceduto nella notte del 13 dicembre senza alcun famigliare o amico accanto.
Il presidio dei sindacati
Tsharet Secu era uno dei tanti lavoratori che raggiungono Agrologic in bicicletta, non avendo un’auto a disposizione e non essendoci mezzi pubblici negli orari a lui convenienti. L’incidente, va detto, è avvenuto a una decina di chilometri dal sito industriale.
«L’ultima tragedia dovuta ad un incidente in itinere è un segnale che istituzioni locali e Agrologic devono cogliere se si vogliono prevenire altre simili sciagure», chiosano da Filt Cgil Padova. «L’azienda è destinata a diventare uno dei poli logistici più grandi di Europa, che avrà oltre 600 dipendenti, eppure sorge in un territorio privo di collegamenti sicuri e con carenze nel trasporto pubblico».
Per chiedere sicurezza, illuminazione nei punti nevralgici, soluzioni abitative ed attenzione verso il lavoratori, i sindacati hanno organizzato martedì alle 11 un presidio davanti al municipio di Monselice, per chiedere all’amministrazione, e a quelle dei Comuni del territorio di intervenire.
Dalla parte degli “invisibili”
«Sono tanti i lavoratori, soprattutto immigrati, che cercano di garantire una vita dignitosa ai propri cari e che aiutano nel loro piccolo l’economia dei nostri territori con il lavoro. Tanti “invisibili” la cui vita, e a volte anche la morte, trascorre senza tanti clamori», continua Rizzo.
«Non deve essere così, bisogna avere uno sguardo verso il futuro: i Comuni, a partire da quello di Monselice, devono iniziare ad agire per evitare le problematiche abitative e di spostamento destinate a sorgere quando l’azienda entrerà a pieno regime. La morte di Tsharet Secu» conclude Rizzo «è una tragedia indicibile ma ancor peggio sarebbe se non ci avesse insegnato nulla. Abbiamo il dovere di non permettere sia anche una morte inutile, oltre che cercare di essere vicini alla sua famiglia». I sindacati apriranno una raccolta fondi per aiutare la famiglia Secu e per permettere il rientro della salma in Gambia.
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