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Grantorto, mamma di 44 anni muore per un tumore. «Una vita nel segno dell’accoglienza»

Oksana Iatsunenko, ucraina in Italia da trent’anni, aveva ospitato dei profughi connazionali allo scoppio della guerra con la Russia. Lascia due figli

Silvia Bergamin
2 minuti di lettura

Oksana Iatsunenko è morta di tumore a 44 anni

 

Era una donna generosa, aveva accolto due famiglie di connazionali in fuga dalla guerra in Ucraina. Si è spenta martedì sera, ad appena 44 anni, Oksana Iatsunenko. Un tumore ne ha vinto le resistenze in pochi mesi. Lascia un bimbo di due anni, nato dalla relazione con il compagno Federico Tamiozzo, e un altro figlio di 18 anni.

In Italia da trent’anni

I capelli biondi, lo sguardo dolce e allo stesso tempo deciso: Oksana era arrivata in Italia quasi 30 anni fa. «Nella sua vita ha sempre lavorato tanto», racconta Federico. Vivevano insieme a Grantorto. Qui, due anni fa, è nato il piccolo Dylan.

Federico ripercorre gli ultimi mesi della compagna mentre il bimbo si muove, gioca, si fa sentire. Si è visto la mamma spegnersi, giorno dopo giorno. Ma lei ha cercato l’impossibile: trasmettere energia, forza, resistenza.

Per quanto il male ne avesse minato ogni possibilità di godere le bellezze dell’esistenza. «Se ne è andata martedì sera», spiega il compagno, che lavora per una ditta di autotrasporti della zona. «L’abbiamo seguita qui in casa, con il supporto dell’assistenza domiciliare che ci veniva a trovare ogni mattina. Nelle ultime ore il respiro era affannoso e quindi l’abbiamo ricoverata».

Oskana con il compagno Federico Tamiozzo

 

La malattia prima del viaggio

Come ha scoperto la malattia? «Oksana amava viaggiare. Ad aprile dovevamo partire per l’Egitto, ma lei sentiva forti dolori allo stomaco. Siamo andati in Pronto soccorso, ci hanno detto che non aveva nulla. Siamo quindi partiti per le ferie, ma i dolori non passavano. Quindi, al ritorno, le è stata prescritta una Tac. È passato del tempo, bisognava aspettare».

La diagnosi è stata terribile: «Tumore al colon. Era già in metastasi al quarto stadio». L’inizio del travaglio: «Siamo partiti con la chemio, è passata attraverso una peritonite, i dolori sono stati indicibili. Ci siamo rivolti allo Iov, ad Aviano, abbiamo cercato di percorrere ogni strada per tenerla in vita il più a lungo possibile. Lei ha combattuto fino alla fine».

Che donna era? «Di una generosità sconfinata. Ha un figlio di 18 anni, Gheorghe, che ha cresciuto sostanzialmente da sola ed ora me ne prenderò cura io. Gli farò da padre. Quando è scoppiata la guerra e sono arrivati i profughi abbiamo ospitato due famiglie, accompagnandole poi a trovare una sistemazione».

Sempre sorridente e disponibile

La storia tra Oksana e Federico è iniziata sei anni fa: «Abitava a Vicenza, io ho sempre vissuto a Carmignano di Brenta. Ci siamo conosciuti in un locale del Vicentino dove si fa musica dal vivo. Aveva un sorriso contagioso, dolce, bello. Si godeva le piccole cose, aveva una capacità meravigliosa di lasciarsi andare alle felicità semplici: mangiare un gelato o una bruschetta insieme».

Si faceva in quattro per le amiche: «Quando le chiedevano aiuto diceva sempre di “sì”, garantiva per loro. È stata una grande donna». Dolcezza e dolore: «Era così bella, ti accoglieva con il suo sorriso, era impossibile non volerle bene».

Dylan ha compiuto due anni ad agosto, è stato l’ultimo compleanno con la mamma. Prima della sua nascita Oksana ha lavorato in un bar-ristorante alle Piramidi, a Torri di Quartesolo. Le amiche la ricordano sui social con parole cariche di affetto, aveva in programma un viaggio in Thailandia.

«Le restava il tempo solo per la passione di realizzare quadri con l’uncinetto. L’ultimo che ha iniziato lo finirà sua sorella», conclude il compagno. Il funerale sarà celebrato sabato 10 alle 15 in chiesa a Carmignano di Brenta.

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