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Furti ai distributori di Monselice, Este, Vo’ e Abano: i ladri sono trasfertisti stranieri

Nei guai tre giovani accusati di una ventina di assalti nel Nord Italia: rubavano mezzi da cantiere, estintori e i soldi nelle colonnine delle stazioni di servizio

valentina voi
2 minuti di lettura

Un copione identico, compreso l’uso degli estintori per impedire l’inseguimento da parte dei carabinieri e la spaccata nei distributori automatici di bevande e merendine, o direttamente nei supermercati, per fare rifornimento, oltre che di soldi, anche di cibo.

E così, ai colpi di Porcia, San Vito al Tagliamento e Martignacco in Friuli per i quali sono già a processo, si aggiungono le ipotesi di altri 20 assalti a distributori di benzina di tutto il nord Italia. In mezzo, decine di furti di auto e mezzi da cantiere, spaccate in negozi e supermercati, razzie in tabaccherie o panifici. Nel Padovano colpi a Este, Villa Estense, Abano e Vo’ .

Secondo la Procura di Pordenone, che ha chiuso le indagini, dietro a tutti questi colpi c’è la stessa mano, quella di quattro giovani romeni (uno dei quali morto annegato nell’Isonzo durante un inseguimento). Un lavoro certosino, quella Squadra mobile di Pordenone e del Nucleo investigativo dei carabinieri di Venezia, che ha messo in fila la scia di devastazioni che, notte dopo notte, ha interessato il Friuli Venezia Giulia, il Veneto, l’Emilia Romagna, fino alla Lombardia.

Siamo a metà febbraio del 2021. Per oltre un mese i distributori di benzina – o, meglio, le colonnine dove si inseriscono i soldi – vengono prese di mira con lo stesso brutale sistema: vengono abbattute e razziate grazie a una ruspa (o un mezzo da cantiere) rubato poco prima nelle vicinanze. Che verrà abbandonato poco dopo, in favore di un’altra auto. Che sia una Jaguar o un’utilitaria, poco importa. Secondo gli investigatori, i tre giovani romeni per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio (Maricel Borsan, 26 anni, Marius Sociu, 22 anni, e Iulian Dobre, 25 anni) erano “trasfertisti” arrivati appositamente dalla Romania.

Il modus operandi è quello svelato già da una prima indagine per la quale i tre – difesi dagli avvocati Nicola Rago per Borsan e Sociu e da Alessandro Magaraci per Dobre – stanno affrontando un processo. Il secondo filone di indagine contesta altri venti assalti nel Padovano e nelle province di Pordenone, Udine, Gorizia, Treviso, Vicenza, Rovigo, oltre che in Emilia Romagna e Lombardia, tra il 18 e 25 febbraio, l’8 marzo e tra il 15 e il 25 marzo, quando vennero scoperti a Savogna di Isonzo dai carabinieri. Nella fuga, che costerà la vita a un quarto uomo, lanciano ai militari degli estintori.

Non era, secondo la Procura, la prima volta che usavano gli estintori in fuga: era successo a Paese il 19 febbraio in concomitanza con l’assalto a un distributore. Il bottino spazia dai generi alimentari, ai cellulari, passando per 46 chili di tabacchi. Non sempre tutto va come pianificato. A volte, come a Monselice il 19 febbraio 2021, un tappo di cemento impedisce di prelevare il denaro ma va a segno il furto di una pala ed estintori.

Altri colpi sono avvenuti a Este e a Villa Estense dove viene fatto un identico bottino (una pala gommata e razziato un distributore rispettivamente il 20 e il 22 febbraio 2021); il 21 marzo ad Abano è rubata un’auto e il 22 marzo a Vo’ sono rubati estintori, occhiali e orologi. Tra furti e rapina, passando per resistenza e danneggiamenti, i reati contestati ai tre sono più di 120: accuse che rischiano di portare i tre di nuovo a processo.

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