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Papà di due bimbe muore a 40 anni per un’emorragia cerebrale

Autotrasportatore, originario di Conselve, ha avvertito un mal di testa dieci giorni fa. La famiglia ha donato gli organi

Nicola Stievnao
2 minuti di lettura
Andrea Naliato, 40 anni, in un momento di relax in giardino con i suoi cani 

Da qualche giorno lo tormentava un forte mal di testa, poi all’improvviso la situazione è precipitata: Andrea Naliato, 40 anni, è morto a causa di un’emorragia cerebrale. Lascia due figlie piccole e la compagna al suo fianco da 12 anni, con la quale aveva costruito la sua famiglia. Come gesto estremo di generosità ha donato organi e tessuti, contribuendo a salvare la vita ad almeno sei persone.

Il mal di testa

Fino ad una decina di giorni fa Andrea stava bene e conduceva una vita normale, con l’impegno del lavoro di autotrasportatore che da anni lo portava tutte le settimane su e giù per l’Italia. Appena scendeva dal camion raggiungeva la compagna Silvia Tommasi e le amate figlie nella loro casa di Arre, dove si erano trasferiti dal 2017.

Originario di Conselve, dove vivono i genitori Sergio e Donatella, il giovane papà, che era figlio unico, ha mantenuto un forte legame con la cittadina delle sue origini, tanto che il funerale sarà celebrato per l’appunto nel Duomo di Conselve mercoledì pomeriggio. La notizia della scomparsa improvvisa di Andrea Naliato ha sconvolto le due comunità di Arre e di Conselve che si sono strette alla sua famiglia, alle due bambine, Emma di 3 anni e Vittoria di appena 5 mesi.

La compagna: era una roccia

«Andrea era una roccia» racconta la compagna Silvia «insieme eravamo una squadra, le sue braccia erano sempre pronte a fare, ad accogliere, a lavorare, a sostenere. Amava il suo lavoro di autotrasportatore, da qualche anno aveva scelto di mettersi in proprio e aveva aperto la partita Iva, con la contabilità e i documenti gli davo una mano io, anche in questo eravamo una squadra. Spesso trascorreva tutta la settimana fuori, su e giù per l’Italia, quando tornava a casa era una grande gioia rivederlo e passare dei giorni insieme».

Tutto è iniziato una decina di giorni fa, prosegue la compagna, con un forte mal di testa che ha sorpreso Andrea mentre si trovava in Toscana.

«Si era fermato nei pressi di Siena» ricorda Silvia «perché il mal di testa lo tormentava, poi ha proseguito verso casa e nei pressi di Monselice ha chiesto aiuto ad un collega perché aveva anche finito le ore di viaggio. Aveva la pressione alta e per qualche giorno ha fatto avanti e indietro dal Pronto soccorso di Schiavonia. Ma il mal di testa non gli lasciava pace, specie di notte».

«Mercoledì sembrava stesse meglio e giovedì avrebbe dovuto sottoporsi alla visita cardiologica. Era convinto di tornare al lavoro il lunedì successivo e aveva già preso accordi con la ditta per una consegna».

La tragedia all’improvviso

Continua la compagna: «Pensava addirittura di tagliare l’erba in giardino, invece poche ore dopo la situazione è precipitata. Eravamo in camera, nel pomeriggio, stavamo parlando delle nostre figlie quando ha urlato dal mal di testa e ha avuto un collasso. Il personale sanitario del 118 mi ha detto subito che si trattava di un’emorragia cerebrale e che la situazione era disperata».

«È stato portato al reparto di Terapia intensiva all’ospedale di Padova ma venerdì i medici mi hanno detto che non c’erano speranze. Ho acconsentito alla donazione di organi e tessuti perché Andrea avrebbe voluto così. Era anche donatore di sangue con l’Avis, un uomo sano e forte, mai ci saremmo aspettati un simile epilogo. Ieri i medici mi hanno detto che con la donazione sono riusciti a salvare almeno sei persone».

L’eroe delle figlie

La compagna ricorda i tanti momenti felici trascorsi insieme: «Era l’eroe delle nostre meravigliose bambine che tanto abbiamo desiderato e sospirato. Racconterò loro che papà matto e meraviglioso è stato, di quanto fosse generoso, racconterò il profondo legame che ci ha unito in questi dodici anni. Ora dovrò trovare la forza per andare avanti».

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