Omicidio di Mattia Caruso, ecco i punti ancora oscuri
Resta dubbio il movente. Si attendono gli esiti degli esami del Ris sul coltello, del tossicologico e dell’analisi dei cellulari. Per Valentina esame della capacità genitoriale
Alice Ferretti
Valentina Boscaro e Mattia Caruso: l'assassina e la vittima
È passato ormai più di un mese dall’omicidio di Mattia Caruso, 30 anni. Più di un mese da quando la sua fidanzata, Valentina Boscaro, 31 anni, l’ha accoltellato con un fendente dritto al cuore. Un mese da quando la 31enne, mamma di una bambina piccola nata da una precedente relazione, ha confessato il delitto ed è finita agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.
Il pubblico ministero Roberto Piccione, titolare dell’inchiesta, è in attesa dell’esito degli esami dei carabinieri del Ris di Parma sulle macchie di sangue trovate nell’automobile dov’è stato colpito a morte Mattia e sul coltello utilizzato per l’omicidio, oltre che sui cellulari di assassina e vittima da parte del consulente del pm Nicola Chemello. Inoltre devono arrivare anche i risultati dell’autopsia e dell’esame tossicologico sul corpo del 30enne, per cui generalmente ci vogliono non meno di 60 giorni da quando viene effettuato l’esame.
Per quanto riguarda invece le sorti di Valentina, una volta che saranno concluse le indagini andrà a processo davanti alla corte d’Assise. Per il reato di omicidio infatti non sono previsti dalla legge riti abbreviati. La pena minima per la 31enne è di 21 anni di reclusione. Vista l’aggravante del rapporto affettivo non possono infatti essere concesse le attenuanti generiche prevalenti, al massimo equivalenti. Se invece la Corte dovesse valutare che non merita le attenuanti generiche, la 31enne rischia addirittura l’ergastolo.

L’omicidio
È domenica 25 settembre. Mattia e Valentina partecipano a una serata organizzata nel locale Laghi di Sant’Antonio, tra Montegrotto e Torreglia. Alle 22. 30 escono dalla festa, salgono in auto e Mattia guida fino a via dei Colli Euganei, ad Abano, ad appena una decina di metri dalla rotonda che interseca via Busi, davanti al supermercato Alìper. È a questo punto che la serata corre veloce verso la tragedia. Tra i due scoppia un litigio, non è chiaro ancora oggi per quale motivo. Valentina è molto gelosa e una delle ipotesi è che possa aver notato qualcosa o letto un messaggio che non ha gradito sul cellulare del 30enne. Fatto sta che mentre lui guida lei afferra un coltello a serramanico che si trova nel portaoggetti dell’auto, lo apre, e affonda la lama di 10 centimetri nel petto del fidanzato. Lui, che probabilmente non si accorge di quello che sta per fare Valentina, non ha neanche il tempo di difendersi. Sul corpo non ci sono segni di colluttazione. Esce dall’auto, ferito e sanguinante, e si accascia a terra. Un poliziotto della celere fuori servizio è il primo a soccorrere il ragazzo agonizzante. Nel giro di qualche minuto arriva un’ambulanza della Casa di Cura di Abano e Mattia viene trasportato d’urgenza in Azienda Ospedale Università di Padova. Dopo pochi minuti dal suo arrivo però muore. La coltellata, come ha rilevato poi anche l’esame autoptico del professor Stefano D’Errico dell’Università di Trieste (esperto nominato dalla Procura), è entrata nello spazio intercostale lesionando il cuore e provocando un’emorragia letale.
Il procedimento del tribunale dei minori
Mentre Valentina Boscaro si trova ai domiciliari con braccialetto elettronico nella sua casa di via Ca’ Silvestri, a Montà, la figlia, che al momento dell’omicidio si trovava a Rieti dal papà, resta con quest’ultimo. Con la mamma per il momento ci sono solo alcune videochiamate ma la piccola dalla fine di settembre non è più tornata a Padova.
Ma quale sarà il suo futuro? Il pm Piccione ha trasmesso una segnalazione al tribunale dei Minori di Venezia per quanto riguarda la situazione della bimba. Ora il tribunale ha avviato un procedimento in cui si valuterà la capacità genitoriale di Valentina.
Il padre della bambina, che ora l’ha in custodia e con cui fino a poco fa c’era un affidamento condiviso, da una parte è consapevole dell’importanza del rapporto tra madre e figlia, dall’altra però è seriamente preoccupato dello stato psicologico della 31enne e soprattutto della sua modalità di reazione in relazione al rapporto con la bimba. —
I commenti dei lettori