Rave party sul Brenta a Cittadella: in 74 rischiano di finire sotto processo
Il blitz dei carabinieri era scattato all’alba del 29 agosto 2021 dopo varie proteste
Cristina Genesin
Il rave party era stato pubblicizzato sui social più in voga. Eppure non era stato “intercettato” dalle forze dell’ordine, sempre pronte a contrastare quelle notti a rischio sballo, con i decibel pronti a echeggiare nell’aria musica techno senza limiti, occupando terreni di proprietà pubblica.
Tuttavia, in seguito alle segnalazioni dei residenti in zona, all’alba del 29 agosto 2021 sono arrivati i carabinieri della Compagnia di Cittadella nel bosco demaniale di Santa Croce Bigolina che si trova nell’area golenale del fiume Brenta dove era in corso il “rave”.
Immediati i controlli grazie ai quali sono stati identificati 74 partecipanti che ora sono finiti sotto inchiesta per il reato di invasione arbitraria di un terreno boschivo demaniale senza alcuna autorizzazione pubblica. Il pm padovano Benedetto Roberti ha chiuso formalmente l’indagine, atto preliminare alla richiesta di un processo. Gli indagati sono padovani, trevigiani, veneziani e vicentini (una della provincia di Belluno).
L’amministrazione comunale
All’indomani dell’operazione il sindaco di Cittadella, Luca Pierobon, aveva espresso parole di elogio per le forse dell’ordine: «Va bene divertirsi, ma le regole vanno rispettate, soprattutto in tempi di pandemia... Ringrazio le forze ordine che, con il loro intervento, hanno evitato guai peggiori». E aveva aggiunto, con riferimento alla particolare situazione pandemica: «Non sono contrario alle feste e nemmeno a ballare per tutta la notte. Ma ci sono i luoghi adeguati e i modi corretti per farlo, e con le autorizzazioni necessarie. E questo vale ancor di più di fronte ai pericoli legati al Covid, che si moltiplicano in caso di assembramenti incontrollati. Non capisco perché alcuni giovani debbano comportarsi in maniera così irresponsabile, dimostrando di non aver imparato nulla da quanto accaduto nei terribili mesi che abbiamo alle spalle».
Il blitz delle forze dell’ordine
Pochi giorni più tardi il questore di Padova aveva provveduto a far notificare a 23 persone partecipanti e un foglio di via, negando loro la possibilità di tornare nel territorio di Cittadella e di Fontaniva per un periodo da uno a tre anni (a partire dall’agosto 2021).
Alle 4 di mattina del 29 agosto 2021 alcuni abitanti avevano cominciato a tempestare di chiamate la centrale operativa dei carabinieri. In fretta e furia il blitz: perimetrato il bosco dov’era in corso il rave party, erano state bloccate le vie di accesso. Poi l’ingresso di alcuni militari nell’area della festa e lo stop immediato alla musica. Tutti i partecipanti erano stati invitati a mostrare i documenti di identità. Immediate le proteste («Non facciamo nulla di male, noi siamo solo amanti della musica techno... Non è giusto che ci fermiate. Non stiamo dando fastidio a nessuno»). Ma il controllo era proseguito con la trasmissione in procura di un rapporto che ha dato il via all’indagine. Ora una nutrita pattuglia di legali è pronta a difendere gli indagati, gli avvocati Pierilario Troccolo, Giovanna Cavatton, Giovanni Lamonica, Alvise Fontanin, Pietro Sartori, Alberto De Nard, Luca Motta, Vanis Zorzato, Jacopo Mulato, Otello Bigolin e Stefano Arrigo.
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