In azione a Vigodarzere la banda del metal detector. Svaligiata l’abitazione dell’assessore
I ladri sono penetrati nella casa di Katia Bano e in altre due di via Zanella, il bottino complessivo supera i centomila euro
Cristina Salvato
Una delle stanze dell’abitazione dell’assessora Katia Bano dopo il passaggio dei predoni, a destra la porta che si affaccia sul giardino forzata dai ladri per entrare in casa
I ladri venerdì sera sono entrati in tre abitazioni in via Zanella, a Vigodarzere: ingente il bottino in gioielli e contanti. Una delle abitazioni è quella dell’assessore Katia Bano, fuori casa in quel momento per un impegno istituzionale. Nel corso della settimana i ladri erano entrati in un’altra casa nella medesima via. Hanno agito in pochissimo tempo, in un’ora al massimo: tanto infatti sono rimati assenti da casa i proprietari delle varie abitazioni.
I malviventi non si sono fermati neanche davanti alla presenza dei cani in casa: la cagnolina dell’assessore Bano, spaventatissima, si è infatti nascosta, mentre il cane dei vicini è stato rinchiuso e reso così inoffensivo.
«Ci hanno portato via tutto quello che di prezioso avevamo in casa – racconta affranta Katia Bano – dalle mance dei miei figli fino ai ricordi di famiglia. Non hanno risparmiato nulla, svuotando ogni cassetto e staccando persino i quadri dalle pareti. Sono riusciti a trovare anche ciò che era stato accuratamente nascosto in luoghi difficili da raggiungere, come se avessero con se qualcosa tipo un metal detector o un qualche tipo di rilevatore. Altrimenti non si spiega come abbiano fatto».
Le prime abitazioni ad essere state prese di mira sono state presumibilmente quelle accanto alla casa dell’assessore, dove vivono due famiglie imparentate tra loro. In una pare non abbiano trovato nulla, nell’altra invece la scena è quella tipica del passaggio frettoloso dei ladri, con i cassetti messi sottosopra e preziosi e contanti svaniti nel nulla.
«Eravamo tutti fuori casa in posti differenti – prosegue l’assessore – quando sono stata raggiunta da un messaggio di una delle mie vicine, che mi avvertiva che la famiglia che mi abita accanto, rincasata verso le 20, aveva trovato l’abitazione svaligiata e così pure quella accanto. Mio marito, il più vicino, è corso a casa nostra e purtroppo poco dopo mi ha confermato che i ladri erano entrati anche da noi».

Sono passati attraverso i giardini, aiutandosi nello scavalcare le recinzioni con una scala presa da un cantiere nella via. Per entrare hanno buttato già il vetro della porta posteriore e poi dentro non hanno lasciato un cassetto chiuso né un quadro appeso. Hanno setacciato ovunque.
«Oltre al disordine, al fango per terra e al valore materiale di ciò che ci è stato sottratto – conclude Katia Bano – è il valore affettivo che molti di quegli oggetti avevano che non potremo più riavere. I ricordi dei battesimi dei figli come i regali fatti nel corso di occasioni importati. Fino a ciò che apparteneva ai nostri cari che non ci sono più. Questa gente non si porta via solo dei soldi e dei gioielli: portano via i ricordi affettuosi di un’intera famiglia».
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