Ora la Casa delle Favole di Villa Estense ha un nuovo proprietario
Si chiude il contenzioso legale che durava da dieci anni, legato a un falso testamento. «L’abitazione non sarà abbattuta, ma nessuno può più entrare o sarà denunciato»
Nicola Cesaro
No, la “casa delle favole” non verrà demolita. No, chi in questi giorni sta liberando l’abitazione dalla prigione di piante infestanti non vuole radere al suolo tutto per costruire chissà cosa.
Sì, effettivamente il destino di questo luogo magico è davvero incerto. Ma almeno qualcosa si è mosso: oggi la casa delle favole di Alice e Nelly ha un proprietario, che pur con difficoltà ha deciso di prendersi cura di questa ormai ex dimora-museo.
Nelle ultime settimane si è infatti chiuso un contenzioso legale che per dieci anni ha lasciato l’immobile senza un vero padrone, circostanza che ha letteralmente portato il complesso in un vortice di degrado.
La storia di questo edificio misterioso è ormai patrimonio comune. Si trova appena fuori dal centro di Villa Estense e fino a vent’anni fa era abitata da Alice e Nellino Bergamini, sorella e fratello, entrambi insegnanti, arrivati in paese nel 1946. A un certo punto della loro vita i due si ritirano letteralmente a vita privata: non escono più da quel loro mondo, si arrangiano in ogni necessità quotidiana, ad esempio allevando animali in cortile, staccano persino l’elettricità.
Trasformano la loro casa in un piccolo museo d’arte: ogni stanza ha pareti affrescate con storie quasi surreali e personaggi fiabeschi, fuori un piccolo esercito di statue in gesso animano ingresso e cortile. Nobili, principesse, personaggi da circo, musicisti, animali. Alice e Nellino diventano per la gente del posto “Adamo ed Eva” e su di loro nascono storie al limite tra il leggendario e l’oltraggioso. Sono strani, e questa è la loro condanna.
Quando Nellino muore la casa viene abbandonata. In poche anni viene letteralmente divorata dalla vegetazione e diviene meta di pellegrinaggio per gli amanti dell’urbex, l’esplorazione di luoghi abbandonati. Arrivano da tutta Europa per visitare la casa delle favole.
Da qualche giorno qualcosa è cambiato. La fitta boscaglia che celava l’abitazione è sparita. La voce si è sparsa in tempi brevi: la casa di Alice e Nelly sarà abbattuta. «Niente di più falso e irrispettoso», smentisce il nuovo proprietario dell’area. Nuovo, già, perché emerge una storia inedita. E cioè che da dieci anni c’era un aspro contenzioso legale per la proprietà della casa: da una parte un “collaboratore domestico” di Nellino, figura che ha accompagnato Bergamini negli ultimi anni di vita; dall’altra una famiglia che vive a pochi metri dalla casa.
«Quell’uomo ha prodotto un falso testamento, sostenendo che Nellino l’aveva lasciata a lui».
Sono serviti dieci anni e due gradi giudizio per venire a capo del giallo: «Prima il Tribunale di Padova e poi la Corte d’Appello di Venezia ha confermato che la firma di Nellino non era autografa, quell’atto era un falso». Caso chiuso e proprietà stabilita una volta per tutte.
E ora? «Ora mi ritrovo con una casa che in dieci anni ha subito il più irrispettoso degli assalti», risponde amareggiato il nuovo titolare, che chiede di rimanere anonimo. «Io non so cosa sia questo “urbex”, ma so per certo che questo fenomeno ha causato la fine della casa di Alice e Nellino, che erano due persone rispettabilissime. Chiamiamo quanto successo con il nome giusto: invasione di proprietà privata, furto e danneggiamento».
Ed effettivamente in pochi anni la casa è stata spogliata e ridotta al massimo degrado: le statue in gesso sono state decapitate o rubate, i serramenti abbattuti per trovare, gli effetti personali dei due Bergamini gettati all’aria e alle intemperie. Il grande parco verde si è trasformato in una discarica a cielo aperto.
«Qualche giorno fa ho trovato due persone qui dentro. Le ho denunciate. Ho messo cartelli ovunque per segnalare il pericolo e per chiarire che la proprietà è privata» continua l’uomo «D’ora in poi, chiunque entrerà sarà passibile di denuncia: è ora di finirla di fare gli “Indiana Jones”».
Il nuovo proprietario è perentorio: «La casa non sarà abbattuta. Non potrei mai farlo. Il mio sogno? Che qui venga a viverci un artista, e che recuperi l’arte dei Bergamini. È forse un’utopia: un professionista sostiene che serviranno 500 mila euro per fare una cosa del genere, e oggettivamente mi pare uno sforzo esagerato. Un museo? Sinceramente: io non so nemmeno se questa possa essere definita arte. Se qualcuno vede questa possibilità, lo accoglierò di cuore per un confronto». L’unica certezza: «Qualsiasi cosa si farà, sarà nel massimo rispetto di Alice e Nellino: hanno già subito anche troppo in vita, almeno che si rimedi nella loro memoria»
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