Morto nella scalata, via libera all’addio: il saluto laico per il 24enne di Tombolo
La magistratura non ha disposto l’autopsia e ha già rilasciato il nullaosta per la sepoltura di Stefano Bazzacco
Silvia Bergamin
Il silenzio, l’impossibilità di articolare qualsiasi parola e di trovare un senso ad una lacerazione dolorosa, troppo dolorosa. La famiglia di Stefano Bazzacco – morto in Friuli, tra le montagne che amava – vive ad Onara di Tombolo. E in queste ore piange e non trova consolazione per la scomparsa del giovane. Che aveva appena 24 anni e tanta energia, tanta voglia di vivere, un desiderio sfrenato di esplorare, arrampicare, vedere il mondo dall’alto delle vette. «È un momento difficile. Per ora non ce la sentiamo di dire nulla. Comprendete il nostro dolore»: sono le parole che sussurra la famiglia al citofono di casa. Stefano lascia il papà Felice, che faceva il rappresentante della Lavazza, ed è da poco in pensione, e poi mamma Elisa Boschiero e le sorelle Giulia, la maggiore, e Noemi, la minore. Da un anno si frequentava con Sofia Rossato, di Grantorto.
Il rientro della salma
La salma deve ancora rientrare dal Friuli, in queste ore verrà fissata la data dell’ultimo saluto: non verrà effettuata l’autopsia, per il magistrato competente sono chiari i motivi del decesso. Quindi entro la prima metà della prossima settimana è atteso il rientro della salma. Il commiato si celebrerà con una cerimonia laica. Stefano era un ragazzo generoso, attento agli altri e alle ferite del mondo, cresciuto in una famiglia impegnata nella comunità. Gli volevano bene tutti. Il sindaco di Tombolo Cristian Andretta ha interpretato il profondo scoramento del paese: «Stefano era un giovane pieno di vitalità, uno spirito libero. La sua scomparsa addolora tutta la comunità». Il rinvenimento del corpo è avvenuto giovedì a Malborghetto Valbruna, in provincia di Udine. La montagna in questione fa parte del gruppo del Jôf Fuart. Fondamentale per il ritrovamento è stato il fiuto del cane Asia che è stato portato sul nevaio sottostante l’attacco dello Spigolo Deye Peters. Il giovane – che a giugno aveva lasciato l’impiego di disegnatore tecnico in un’azienda di Belvedere di Tezze sul Brenta per dedicarsi totalmente alla sua passione per la montagna – aveva intenzione di scalare in solitaria la via. Il cane ha consentito di concentrare le ricerche su una buca presente sul manto e così è stato possibile individuare il corpo sul fondo della voragine.
Il ritrovamento
I tecnici del Soccorso Alpino si sono calati per una decina di metri e hanno recuperato il corpo portandolo in superficie. Si è atteso l’arrivo del medico legale per la constatazione del decesso. L’allarme era scattato quando il giovane nonè rientrato al Rifugio Pellarini da dove era partito con l’intenzione di scalare lo spigolo Deye Peters. Si tratta di una difficile via di arrampicata che risale lo sperone Nord est della Torre delle Madri dei Camosci.
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