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Padova Tre, tassa mai versata alla Provincia. I vertici condannati a pagare 3,5 milioni

Sentenza della Corte dei Conti contro Vanzetto, Borile e Chinaglia. Contestato l’omesso trasferimento della Tap fino al 2015

Nicola Cesaro
2 minuti di lettura

Egidio Vanzetto, Simone Borile e Stefano Chinaglia

 

Quel versamento era doveroso e i tre amministratori ne erano pienamente consapevoli. La Provincia aveva intimato più volte il pagamento dell’importante somma e gli stessi si erano impegnati ogni volta a ripianare il debito. Invano.

Colpevolezza e dolo sono dunque evidenti: per questo Egidio Vanzetto (58 anni di Conselve), Simone Borile (52 anni di Battaglia Terme) e Stefano Chinaglia (55 anni di Brugine) sono stati condannati dalla Corte dei Conti a pagare 3.509.076,57 euro a favore della Provincia di Padova.

I tre sono gli ex amministratori della società Padova Tre, l’ente con sede a Este deputato alla gestione dei rifiuti nella Bassa padovana e nel Piovese finito nella baraonda e fallita nell’ottobre 2017, dopo che era venuto a galla un buco gestionale di oltre 30 milioni di euro. In questo mare magnum c’erano anche i 3,5 milioni di euro che la società avrebbe dovuto versare alla Provincia di Padova. Si tratta del tributo ambientale Tap, riscosso in bolletta: una volta incassato, Padova Tre avrebbe dovuto girarlo all’ente provinciale, ma durante la gestione dei tre i versamenti si sono interrotti.

L’accusa mossa alla Padova Tre, e quindi al terzetto ai vertici dell’ente, è questa: la società, dichiarata fallita nel 2017 dal Tribunale di Rovigo, ha omesso di provvedere al riversamento della Tap riscossa dal 2010 al 2015 – fatta eccezione per un acconto non sufficiente di 2,6 milioni di euro circa – per una somma totale di oltre 3,5 milioni.

La somma mai versata alla Provincia di Padova, raccolta grazie alle bollette pagate da cittadini e aziende, sarebbe stata utilizzata per sanare altre posizioni debitorie della Padova Tre. Debiti accumulati per via di investimenti e partecipazioni societarie che hanno di fatto creato quel buco letale alla società.

Più di una le vie percorse dalle difese. A detta dei legali dei tre, sarebbe stata la società Abaco ad occuparsi della parte relativa alla riscossione del tributo, in quanto titolare delle autorizzazioni. Per la Procura a controllare il tutto era invece Padova Tre, con il 51% della concessione. Abaco, di fatto, metteva solo a disposizione il proprio conto corrente, ma il flusso dei versamenti era controllato esclusivamente da Padova Tre e dai suoi vertici.

Non solo, le difese hanno avanzato anche una responsabilità della Provincia, che avrebbe dovuto denunciare gli omessi trasferimenti alla Procura della Corte dei Conti: tesi respinta dalla stessa Corte, visto che «l’avvio di un’azione di recupero coattivo non avrebbe escluso la responsabilità dell’agente venuto meno all’obbligo di riversamento».

Da qui la condanna al pagamento (la sentenza è stata depositata l’altro ieri), a titolo di risarcimento, del danno per omesso riversamento della Tap, di 3,5 milioni di euro alla Provincia di Padova, in solido tra Vanzetto, Borile e Chinaglia. È stata inoltre disposta la conversione in pignoramento del sequestro conservativo nei confronti di Vanzetto – avvenuto nel marzo 2018 – degli immobili di proprietà dell’ex amministratore a Conselve.

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