Vendemmia in chiaroscuro nei vigneti del Padovano, vini eccellenti tra i rincari dei costi
Si registra un calo di produzione del 20% dovuto alla siccità mentre bollette e materie prime segnano quote record
Gianni Biasetto
La vendemmia sui Colli Euganei
Vendemmia in chiaroscuro nei vigneti del Padovano. Un calo di produzione, che sugli Euganei si stima intorno al 20% dovuto alla siccità, e un aumento dei costi della vendemmia del 35% dovuto all’impennata del bollette energetiche e delle materie prime.
Per contro la qualità della vendemmia 2022 è ottima e ci si attendono vini eccellenti, ma questo non basta a compensare le perdite delle aziende vitivinicole padovane dovute ad alcuni rincari che vanno da un più 170% dei concimi al più 129% del gasolio.
«Per non parlare del costo di una bottiglia di vetro che rispetto allo scorso anno è aumentato del 50%, mentre il prezzo dei tappi ha superato il 20% per quelli di sughero e addirittura del 40% per quelli di altri materiali», evidenzia Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova. «Per le gabbiette in metallo per i tappi delle bottiglie di spumante e per i cartoni di imballo secondo una nostra analisi i rincari vanno dal 20 al 45%».
L’associazione di categoria del mondo agricolo segnala anche problemi per l’acquisto di macchinari, soprattutto quelli in acciaio, prevalenti per le cantine, per i quali è diventato impossibile persino avere preventivi dalle aziende produttrici. Stesso discorso per il trasporto su gomma aumentato del 25% per via dei carburanti.
«A questo, se si considera che una parte importante della produzione vitivinicola è destinata all’esportazione, si aggiunge la preoccupante situazione dei costi dei container e noli marittimi», aggiunge Bressan. «In questo settore i prezzi sono aumentati dal 400% al 1000%. Tutto questo mette a rischio una filiera che a partire dalla raccolta delle uve attiva un sistema che offre opportunità di lavoro direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio. Per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per i tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro. E’ un patrimonio – conclude il numero uno di Coldiretti Padova – che va difeso dall’impennata incontrollata dei prezzi e dalle speculazioni».
Nel padovano le aziende vitivinicole sono circa 3500, operano su circa 7 mila ettari e producono circa mille tonnellate di uva (dato della stagione 2021). Circa 800 gli ettolitri di vino prodotto per un fatturato di 58 milioni di euro.
Ai primi posti i vini di bandiera dei Colli Euganei: fior d’arancio e serprino assieme ai rossi come merlot e cabernet. In pianura la fanno da padroni il prosecco e il pinot grigio, assieme a varietà storiche come il friularo.
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