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Lavoro, nel Padovano 1.736 infortuni in più in sette mesi. Cgil: «È un forte campanello d’allarme»

L’aumento tra 2021 e 2022 è del 24 per cento: un quarto dei casi in più. Cresce anche il numero degli incidenti mortali: «La politica se ne occupi»

Manuel Trevisan
2 minuti di lettura

Dario Verdicchio, segretario della Cgil di Padova. A destra i rilievi in un’azienda dopo un infortunio mortale

 

PADOVA. Diminuiscono le morti sul posto di lavoro ma aumentano le denunce di infortunio. Nei primi sette mesi del 2022 nel Padovano sono state 4 le “morti bianche” contro le 7 dello stesso periodo dello scorso anno; le denunce per infortunio, invece, in questa prima parte dell’anno, sono state 8.758, a fronte delle 7.022 fatte dai lavoratori e dalle lavoratrici padovani nei mesi tra gennaio e luglio 2021.

A dirlo sono le statistiche elaborate dall’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering, il quale, basandosi sui dati Inail, ha analizzato nello specifico la situazione del territorio padovano. Secondo i dati di Vega Engineering, quindi, tra gennaio e luglio 2022 gli infortuni mortali sul posto di lavoro rispetto a quelli dello stesso periodo del 2021 sono stati quasi la metà e l’incidenza degli stessi è scesa dal 17,7 al 10,4.

Ecco la tabella dei dati

Meno morti, più sicurezza?

Ma si può davvero parlare di un miglioramento delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro a Padova e provincia? Secondo Dario Verdicchio, segretario confederale della Cgil di Padova con delega alla sicurezza sul lavoro, la risposta è negativa perché «è vero che le statistiche evidenziano un numero minore di morti sul posto di lavoro, ma è altrettanto vero che assistiamo a un considerevole aumento delle denunce di infortunio che ci spinge a fare un ragionamento più approfondito sui numeri che abbiamo di fronte».

Nei mesi tra gennaio e luglio 2022 le denunce totali di infortunio sono state, infatti, 1.736 in più rispetto a quelle dello stesso periodo dello scorso anno (+24%).

«È chiaro che meno morti ci sono e meglio è, ma l’elevato numero di denunce per infortunio ci dice che le cose non stanno andando per il verso giusto», prosegue il sindacalista.

«Le statistiche a primo impatto sembrano rendere meno drammatico ed evidente il fenomeno, ma è proprio in virtù del costante aumento degli infortuni sul posto di lavoro che il fenomeno sussiste e questo deve essere un campanello d’allarme. Se ci sono più persone che si infortunano vuol dire che i rischi correlati alla prestazione lavorativa non sono assolutamente diminuiti. Gli stessi rischi che, poi, possono causare esiti fatali».

Parlano i numeri

Inoltre, ci sono altre questioni rilevanti che è necessario tenere in considerazione nell’analisi delle statistiche di Vega. Il numero delle denunce per infortunio con esito mortale tiene conto solo dei decessi avvenuti sul posto di lavoro e non di quelli “in itinere”, ovvero al di fuori dei luoghi in cui viene svolta l’attività lavorativa (nel tragitto casa-lavoro ad esempio).

Se si prendessero in considerazione i dati relativi anche ai decessi in itinere gli infortuni con esito mortale nel periodo tra gennaio e luglio 2022 salirebbero a 9 (erano 8 lo stesso periodo del 2021). Quindi non si potrebbe parlare di una diminuzione delle morti sul lavoro.

Ma va considerato anche che i dati Inail, da cui derivano le statistiche del Vega, fanno riferimento solo ai lavoratori e alle lavoratrici che sono assicurati ai rischi di infortunio e che hanno firmato un regolare contratto.

«Se un lavoratore è in nero non compare nelle statistiche dell’Inail», sottolinea infatti Verdicchio. «I numeri delle statistiche ufficiali sono quindi al ribasso». È questo il caso dei quattro braccianti agricoli morti sulla Postumia di San Pietro in Gu a fine dello scorso maggio, i cui decessi non compaiono appunto in nessuna statistica ufficiale.

L’impegno della Cgil

L’obiettivo della Cgil è da sempre chiaro: zero morti sul lavoro. Ma per raggiungerlo, secondo Dario Verdicchio, è necessario un radicale cambiamento sul piano culturale e un impegno costante sul territorio.

«Nel Padovano siamo impegnati nell’affiancamento, nella valorizzazione e nella formazione dei nostri Rsl e Rlst che sono figure fondamentali all’interno dei luoghi di lavoro perché favoriscono il dialogo tra lavoratori, azienda e sindacato», prosegue il sindacalista.

«In Italia si continua a morire di lavoro e questo non è accettabile. Come non è accettabile che questa urgente tematica sia uscita completamente dall’agenda politica della campagna elettorale di qualsiasi coalizione e partito».

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