Medicine di gruppo a rischio estinzione: ecco i Comuni più in sofferenza nel Padovano
Saltano a causa dei tanti pensionamenti i sodalizi fra medici di famiglia che assicurano più ore di ambulatorio per i pazienti
Elena Livieri
L'ambulatorio di un medico di famiglia
PADOVA. Gioco di squadra per far fronte alla cronica carenza di medici di famiglia: poteva essere una soluzione, lo è stata per diversi anni, ora rischia di non bastare più. Molte Medicine di gruppo e Medicine di gruppo integrate – le due forme associative che mettono insieme più medici di base così da garantire più ore di ambulatorio ai pazienti di un territorio più vasto rispetto al singolo medico – rischiano di saltare a causa del progressivo pensionamento dei camici bianchi. La prospettiva è quello di un ritorno al passato – ciascuno per sè – con la grande differenza, però, che oggi sono già tantissime le aree della provincia sguarnite di medico.
Le medicine di gruppo
L’ultimo report regionale che fotografa l’organizzazione della Medicina generale in provincia di Padova indica 237 medici di base (pari al 38%) organizzati in Medicine di gruppo, 139 (pari al 23%) in Medicine di gruppo integrate, e 230 (pari al 38%) organizzati in rete. Quest’ultima forma rappresenta il primo esperimento di sinergia fra camici bianchi ma di fatto non dà alcuna garanzia sul piano della possibilità di estendere orari e servizi ai pazienti: i medici in rete semplicemente condividono le schede dei pazienti che in caso di necessità possono rivolgersi a un medico diverso dal loro. Diversa è la situazione per le Medicine di gruppo: quelle semplici assicurano una presenza quotidiana del medico di almeno 7-8 ore. Il personale ausiliario, sia infermieristico che amministrativo, se presente è pagato dagli stessi medici. Le Medicine di gruppo integrate, previste dalla Regione Veneto, assicurano invece 12 ore di ambulatorio al giorno con personale ausiliario pagato dalla Regione. Quest’ultima, però, ne ha bloccato lo sviluppo facendo leva sul fatto che sarebbero costate troppo – 50 milioni l’anno per il Veneto – forte anche di una sentenza in tal senso della Corte dei Conti. Di quelle che si erano formate prima dello stop, una sola Medicina di gruppo integrata è saltata. La situazione è destinata però a cambiare.
Lo scenario futuro
Fare squadra, si diceva, è stata la ricetta vincente finora per colmare almeno in parte la carenza di medici di famiglia: un problema che nei prossimi anni si farà sentire in maniera drammatica, dato che ai 76 medici che mancano già oggi (18 mila i padovani “sguarniti”), nel giro di tre anni se ne aggiungeranno altri 174 che andranno in pensione, di cui 23 già entro la fine di quest’anno. E le Medicine di gruppo esistenti inizieranno a saltare perché in molte situazioni verrà a mancare il numero minimo di tre medici per mantenerle.
Oggi i Comuni più in sofferenza sono Agna, Anguillara Veneta, Arre, Bagnoli di Sopra, Bovolenta, Candiana, Cartura, Conselve, Terrassa Padovana, Tribano, Arzergrande, Codevigo, Correzzola, Pontelongo, Borgo Veneto, Casale di Scodosia, Castelbaldo, Masi, Megliadino San Vitale, Merlara, Montagnana, Urbana, Arquà Petrarca, Battaglia Terme, Due Carrare, Galzignano Terme, Monselice, Pernumia, Pozzonovo, San Pietro Viminario, Solesino, Stanghella. In città le carenze si registrano nei quartieri Arcella, San Carlo, Ponte di Vigodarzere, Brentella, Valsugana, Altichiero e Sacro Cuore. Un elenco destinato ad allungarsi.
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