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Carriera e caduta di un truffatore. Da 007 a fondatore dello Stato Antartico

Giuliano Sartoron di Borgoricco è tra i principali indagati della mega truffa con un falso Stato. Era l’autore dei documenti della sedicente nazione teocratica

Cristina Genesin
2 minuti di lettura

PADOVANO. Con i “Servizi segreti de noantri” il padovano Giuliano Sartoron, 49enne di Borgoricco, aveva già familiarità visto che nel 2010 era riuscito a spillare migliaia di euro a madre e figlia, spacciandosi per un sedicente 007 e facendo loro credere di trovarsi in uno stato di pericolo e di aver bisogno di protezione. Ovviamente la sua e quella di un altro misterioso agente.

Sarà che le vie delle truffe sono infinite. Stavolta Sartoron (con i complici) è “volato” alto, arrivando addirittura a vendere sedicenti passaporti e cittadinanze dell’inesistente “Stato Teocratico Antartico di San Giorgio”, di cui non c’è traccia in nessun mappamondo approvato dai geografi. E neppure nelle mappe con la benedizione di terrapiattisti e proseliti vari.

[[(gele.Finegil.Image2014v1) 1.41639289]]

Spuntano nuovi dettagli dall’inchiesta della procura di Catanzaro che ha spedito l’eclettico padovano dietro le sbarre con un gruppo di sodali, veri artefici di quella pseudo organizzazione statuale ideata da un sedicente aristocratico (Damiano Bonventre, 71enne di Alcamo) con la moglie uzbeka Liliya Koshuba (si sa che qualche “goccia” di esotismo aiuta anche i truffatori) e un altro pseudo-principe ex generale della Guardia di Finanza in pensione Mario Farnesi, 72enne di Viareggio.

E proprio quest’ultimo grazie al suo ruolo di ex funzionario pubblico «è il principale artefice, insieme a Sartoron, della produzione dei documenti falsi validi per l’espatrio» osserva il gip Matteo Ferrante nell’ordinanza di custodia cautelare che ha stabilito gli arresti domiciliari per 12 componenti dell’organizzazione, bollando le condotte dei due come pericolose «sia per la reiterazione di analoghi comportamenti sia per la fuga proprio verso l’estero».

E se Farnesi e pure la moglie Paola Dalle Luche sono «risultati apripista nell’individuare nuove modalità di proselitismo e di truffa (con la creazione della fondazione di Uria Banca), dimostrando una particolare capacità a delinquere», Sartoron alias “Medici” non è ritenuto da meno, avendo ideato “l’accordo con i paesi africani Ecowas (gli Stati africani dell’Ovest)”.

Sartoron è stato pure il principale autore del sistema di fabbricazione dei documenti falsi del gruppo criminale, fondamentale esca per attirare le vittime nella rete della truffa.

Non a caso è soprattutto grazie a lui che lo “Stato di San Giorgio” ha registrato un incremento esponenziale di “cittadini” e, dunque, degli introiti, a partire dal 2019. E bravo è stato a fare cassa mettendo nelle proprie tasche gran parte dei fondi raccolti dall’associazione, mascherati come rimborso spese, sostegno familiare o donazioni liberali.

[[(gele.Finegil.Image2014v1) La targa dell’ufficio di rappresentanza che era stato aperto a Catanzaro dagli ideatori della presunta truffa]]

Sartoron è attualmente in carcere, già condannato per varie truffe. E ora si ritrova protagonista di una vicenda «al confine tra il penalmente rilevante e il ridicolo» ha osservato il gip Ferrante a proposito dell’inchiesta denominata “L’isola che non c’è”.

Già, perché a leggere le carte sembra di trovarsi di fronte a Totò quando nel film “Totò truffa 62” tenta di vendere la Fontana di Trevi a un turista.

Farsa oltre i confini della realtà? Niente affatto se lo “Stato Teocratico Antartico di San Giorgio” si presentava pure con le sue “istituzioni”.

Non mancava neppure “la Casellati di turno”, Lorella Cofone, cosentina 59enne, “presidente del Senato dello Stato” mentre un altro complice (Emanuele Frasca 56enne di Squillace) era il “Kissinger” della situazione ovvero il segretario di Stato. Intanto dal 2011 al 2021 sono transitati sul conto dell’istituto Superiore di Diritto Nobiliare (creato da Bonventre) circa 360.763,79 euro versati dai circa 700 ingenui o creduloni che – convinti da passaporti, carte d’identità e patenti dello Stato di San Giorgio utilizzati in Italia e all’estero per superare controlli o per viaggiare – pensavano di aver comprato con 200 o mille euro un pezzetto di felicità in un Paese senza (o quasi) tasse e senza obblighi.

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