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Depreda fedi e denti in oro ai morti di Padova. Un operaio rischia il processo

Chiesto il rinvio a giudizio per Flavio Fontolan incaricato di esumazioni ed estumulazioni nei cimiteri

Cristina Genesin
2 minuti di lettura

PADOVA. La pietà per i morti è il filo conduttore che lega una civiltà all’altra, nonostante la diversità di culti o la lontananza dalle pratiche religiose: lo insegnano anche i grandi autori delle tragedie greche per arrivare fino a Dante, Shakespeare e Foscolo.

Ecco perché sembra davvero lontano dalle regole basiche del vivere civile quello che è contestato a Flavio Fontolan, 63enne di Selvazzano, accusato di peculato continuato: nella veste di dipendente della società Eureka srl, responsabile della gestione dei servizi cimiteriali di Padova, avrebbe ripulito dei preziosi i resti dei defunti in occasione di esumazioni ed estumulazione avvenute in gran parte nel cimitero Maggiore tra il giugno 2017 e il febbraio 2021.

In pratica l’operaio apriva le bare, rovistava tra i poveri resti alla ricerca di oggetti in oro (senza tralasciare le capsule dentali nel prezioso materiale), poi procedeva a seguire le direttive che prevedono il trasferimento di ciò che rimane in altri contenitori da sistemare nell’ossario o nelle fosse comuni.

L’obiettivo? Rivendere quel bottino depredato che era stato lasciato accanto al proprio caro dai familiari, viatico per l’estremo viaggio e forse anche simbolo di un legame affettivo destinato a non spezzarsi mai almeno nel cuore di chi resta(va) in vita.

Ora il pm Benedetto Roberti ha chiuso formalmente l’inchiesta. E ha già sollecitato il processo nei confronti dell’uomo: l’ultima parola passa al giudice dell’udienza preliminare che dovrà valutare gli elementi raccolti e decidere se spedire (o meno) a giudizio Fontolan. A meno che l’imputato non chieda qualche rito alternativo, che consentono lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna.

L’inchiesta

È nell’aprile dell’anno scorso che i carabinieri della stazione di Selvazzano vengono informati da una fonte di quanto accade in alcuni cimiteri cittadini. E, in particolare, del comportamento di un addetto di Eureka, la società abruzzese (del tutto estranea all’indagine) che dal 2016 ha l’appalto per i servizi cimiteriali di Padova.

Così iniziano gli accertamenti e i controlli tanto che i militari inviano in procura tre dettagliati rapporti. Poi viene eseguita una perquisizione nell’abitazione di Fontolan al quale è notificato l’avviso di garanzia.

Nel frattempo sono sentiti vari compro oro: alcuni negano, un altro con il negozio a Selvazzano collabora. Ed è grazie alla dettagliata e corretta contabilità delle vendite e degli acquisti del negoziante che i militari ricostruiscono ben 24 operazioni di vendita eseguite da Fontolan per un controvalore di ben 3.135 euro: tra i monili messi in vendita anelli (per lo più fedi nunziali), collane, e protesi dentarie in oro. Monili che il negoziante fotografava e di cui registrava l’acquisto. Difficile sarà il loro recupero: gran parte dei preziosi che finiscono nei compro oro vengono fusi.

Il Comune

Eureka, che ha avuto in appalto i servizi cimiteriali, provvede alle esumazioni ed estumulazioni, di regola effettuate dopo vent’anni dalla sepoltura: la prima consiste nell'operazione cimiteriale di recupero dei resti mortali di un defunto sepolto nel terreno pubblico; la seconda prevede il recupero dei resti di un defunto sepolto in muratura o in un loculo di proprietà pubblica.

«I nostri uffici erano stati interpellati durante l’indagine» conferma l’assessora ai Servizi cimiteriali Francesca Benciolini, «La ditta Eureka è seria e ha sempre lavorato bene. Sono certa che assumerà i provvedimenti necessari nei confronti di questa persona per evitare problemi almeno fino a quando la giustizia non abbia fatto il suo corso. Da parte dell’amministrazione» aggiunge, «c’è la massima attenzione nella gestione di questi appalti che hanno un impatto molto diretto sugli affetti delle persone». Si costituirà parte civile il Comune? «Valuteremo il da farsi anche dopo aver sentito il parere dell’Avvocatura civica».

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