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Contributi non pagati per 2,8 milioni. Il Consorzio di bonifica invia le cartelle a 6 mila persone nella Bassa Padovana

Cittadini, aziende e persino enti pubblici non hanno saldato i tributi obbligatori dal 2018 al 2020: uno ogni 14 non paga

Giada Zandonà
2 minuti di lettura

ESTE. Nelle casse del Consorzio di bonifica Adige Euganeo mancano 2 milioni e 800 mila euro a causa del mancato pagamento dei tributi consortili da parte di privati, enti pubblici ed aziende. Si tratta di contributi dovuti al Consorzio da parte dei proprietari di immobili o di terreni che ricadono nel comprensorio di bonifica Adige Euganeo e che contribuiscono a finanziare le ordinarie attività di gestione e manutenzione delle opere idrauliche, come pompe o chiuse, e degli impianti di bonifica in tutta la rete di scolo.

LA VERIFICA NEL TRIENNIO

Un servizio importante quello del Consorzio, che però rischia di essere invalidato a causa dei mancati pagamenti delle annualità 2018, 2019 e 2020. Per riuscire a riscuotere i crediti, il Consorzio ha affidato all’agenzia Sorit spa di Ravenna l’incarico di procedere alla riscossione coattiva, un compito che prima era svolto da Equitalia. Nel mirino degli insolventi sono finiti privati cittadini, amministrazioni comunali, ditte ed aziende: «Abbiamo cercato di capire chi non provvedesse a versare i contributi e il quadro ci ha mostrato un ventaglio variegato, non si tratta solo di privati, ma anche di enti pubblici», spiega il presidente del Consorzio che serve in particolare la Bassa padovana, Michele Zanato. Ci sono anche dei Comuni, che devono ancora all’ente consortile somme vicine ai 10 mila euro.

IL 7 PER CENTO NON PAGA

«Abbiamo 96 mila consorziati e circa il 7% di loro non ha versato i contributi che ci spettavano». Si tratta quindi di oltre 6 mila insolventi che hanno protratto debiti che variano da piccoli importi di 10-20 euro sino a somme ben più importanti di 10-20 mila euro: «Anche in questo caso non abbiamo una visione lineare di chi non ha provveduto al pagamento. In alcuni casi magari non hanno visto la comunicazione, oppure si tratta di ditte in fallimento o semplicemente di persone o enti che hanno deciso, per varie ragioni, di protrarre il debito», continua il presidente.

SI PASSA ALLA RISCOSSIONE

Dopo una prima fase di riscossione bonaria gestita direttamente dal Consorzio, l’amministrazione consortile ha dato corso ad un’accurata attività di verifica dei contributi consortili non pagati, seguita da una conseguente richiesta telefonica di pagamento, che però non ha dato esiti confortanti e per questo ha dato seguito alla riscossione coattiva da parte di Sorit verso i morosi con l’attivazione delle misure previste dal quadro normativo. «Questo passaggio ci ha permesso di ottenere dei risultati, infatti in pochi giorni abbiamo incassato oltre il 16% dei contributi dovuti» continua Zanato «Ci dispiace però prendere atto di questi comportamenti, che oltretutto si protraggono da molti anni. Non si tratta infatti della prima volta che riscontriamo queste morosità. Per far funzionare correttamente la “macchina” del Consorzio abbiamo bisogno che tutti facciano la loro parte, in modo da non far ricadere sugli altri i debiti e soprattutto per permettere di portare avanti al meglio gli interventi di gestione e manutenzione».

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