Alta padovana, sale il prezzo del latte ma lievitano i costi: «Guadagni minimi»
L’accordo con Italatte soddisfa gli allevatori del territorio. Resta il peso degli aggravi: i mangimi crescono del 21%
Silvia Bergamin
CITTADELLA. Il latte viene pagato di più agli allevatori, che tirano un mezzo respiro di sollievo. Mezzo, perché i costi di produzione continuano a crescere. Parzialmente soddisfatto è il settore zootecnico dell’Alta padovana, dove si concentra quasi un decimo del valore dell’intero settore lattiero veneto.
«Nei giorni scorsi» sottolinea Cia Padova «è stato raggiunto un accordo con Italatte, società del gruppo Lactalis, per l’acquisto del latte da parte dei grandi distributori».
Questi i numeri: ad agosto verranno riconosciuti agli stessi allevatori 55 centesimi al litro, a settembre e ottobre 57 centesimi al litro, a novembre 58 centesimi al litro, mentre a dicembre 60 centesimi al litro.
«Bene, ma non benissimo», commenta il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato. «L’aumento ottenuto rischia di essere superato presto dall’incremento dei costi di produzione, che non si ferma, complice l’instabilità dei mercati e, ora, anche quella politica con la caduta del Governo».
Nell’Alta, è Gazzo il comune con più allevamenti di bovini da latte: 73, per un totale di 3.953 capi. A seguire San Pietro in Gu – 60 allevamenti, 4.133 capi – e Piazzola sul Brenta, 47 allevamenti, 1.266 capi. A livello provinciale, gli allevamenti padovani con vacche da latte sono 2.683, per complessivi 145.192 capi, e un fatturato annuo che supera gli 80 milioni di euro.
Tutti, appunto, continuano a registrare un’impennata dei costi produttivi. Solo nel primo trimestre dell’anno, gli esborsi degli allevatori sono cresciuti del 16,6% rispetto allo stesso periodo del 2021. Sono aumentati i prezzi degli animali da allevamento (+9,8%) e dei mangimi (+21%), oltre che dei prodotti energetici (+61,5%).
«La dinamica dei prezzi di vendita ha dimostrato di non essere in grado di assorbire i maggiori costi» osserva il presidente della Cia di Cittadella Luca Bisarello «esponendo gli allevatori all’erosione dei margini di guadagno, ormai ai minimi storici. Ad aggravare il quadro, poi, le altissime temperature estive che stanno provocando una minore produzione di latte, con minori rese anche del 15% sulla media del periodo».
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