West Nile, 6 nuovi casi a Padova in 24 ore
Cresce il numero di pazienti ricoverati in Azienda Ospedaliera. Il dg Dal Ben: «Serve grande prudenza e l’adozione di tutte le misure di protezione»
PADOVA. Sei nuovi casi accertati di West Nile nell’arco di 24 ore. Si allarga il numero dei pazienti colpiti dal virus ricoverati presso l’Azienda Ospedale Università di Padova. Nella giornata a cavallo fra il 3 ed il 4 agosto è stata accertata la positività di questi pazienti, fra gli attualmente ricoverati:
•un uomo di 85 anni residente a Padova, in Malattie Infettive.
•un uomo di 66 anni di Maserà di Padova, in Terapia Intensiva.
•un uomo di 59 anni di Conselve (PD), in Malattie Infettive.
•un uomo di 52 anni, anch’egli di Conselve (PD), in Malattie Infettive.
•un uomo di 72 anni di Selvazzano Dentro (PD), in Neurologia.
•una donna di 51 anni, di Polverara, in Terapia Intensiva.
Dall’accesso alla certificazione del contagio possono passare dalle 24 alle 48, il tempo necessario per sviluppare tutti gli esami di laboratorio che attribuiscono con certezza la diagnosi di West Nile.
«Complessivamente sono attualmente ricoverati nei reparti dell’Azienda Ospedale Università di Padova 15 pazienti. Ben 6 di questi sono in Terapia Intensiva. Il resto dei pazienti è distribuito fra le Malattie Infettive, le Cliniche Neurologiche e Mediche - rende noto il direttore Generale Giuseppe Dal Ben – I casi stanno aumentando con una certa velocità e l’impatto della malattia sulle strutture ospedaliere non è trascurabile. Possiamo affermare che la West Nile ha soppiantato il Covid, per numeri, in molti reparti, anche ad alta intensità di cura».
«E’ una malattia da non sottovalutare, che nelle forme più gravi riguarda soprattutto persone che hanno già altre patologie. Si tratta di pazienti immunocompromessi per le loro malattie – spiegano i medici della Direzione, impegnati nel garantire la presa in carico di questi pazienti e la loro gestione nei reparti - la West Nile provoca in questi fisici debilitati febbre, mal di testa, debolezza, per arrivare nei casi più gravi ad un forte interessamento meningeo, con meningoencefaliti ed altre forme neurologiche che possono arrivare a mettere in pericolo la vita dei pazienti».
«Serve grande prudenza ed adottare tutte le misure di protezione, a qualsiasi età – tiene a sottolineare il Direttore Generale, Giuseppe Dal Ben – I repellenti, la protezione dei vestiti, il rinunciare a frequentare alcuni ambienti a rischio non possono più essere norme di prudenza derogate. Attenzione anche ai corsi d’acqua oggi stagnanti a causa della siccità e alle pozze nei giardini. È lì che ai annidano più spesso le zanzare. Riduciamo gli accumuli domestici ed evitiamo gli ambienti a rischio».
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